Nei giorni scorsi Papa Francesco ha telefonato a don Marco Galante, cappellano degli "Ospedali Riuniti Padova Sud - Madre Teresa di Calcutta" di Schiavonia, nel Padovano. Lo riferisce oggi la Diocesi di Padova. Il sacerdote è impegnato in prima linea da novembre nel reparto Covid del nosocomio, per sostenere e incoraggiare i pazienti durante le sue visite tra i reparti. Qualche tempo fa, aveva inviato una lettera al Pontefice per condividere con lui la preghiera e il sostegno che i malati hanno trovato in questo momento di sofferenza.
Lo stupore di don Marco
E la risposta del papa non si è fatta attendere. “È successo mercoledì mattina alle 11.37 – racconta –. Ero in canonica e avevo appena terminato un collegamento di formazione con un gruppo di preti e mi preparavo a uscire per tornare in ospedale. Sento vibrare il telefono e vedo la scritta 'sconosciuto' sul display. Rispondo e mi sento dire: 'Pronto, parlo con don Marco Galante? Sono Papa Francesco'. Mi è sfuggito un 'oh mamma mia' ma dall'altra parte mi sono sentito dire sorridendo 'no, non sono la sua mamma, sono Papa Francesco'".
La conversazione, ricorda il cappellano, è durata quattro minuti. Un “tempo surreale” per lui. “Mi tremavano le gambe e mi sentivo confuso interiormente. Ho ascoltato più che parlare. Papa Francesco mi ha detto di aver ricevuto la mia lettera e mi voleva ringraziare per quello che sto facendo a nome della Chiesa, che in questo ultimo anno ha raccolto anche la fatica di fronte al dolore di tante persone, e mi ha ricordato che è molto importante stare accanto a chi soffre. Si è informato sulla situazione in ospedale e poi mi ha esortato con queste parole: 'Non si avvicini mai per abitudine accanto a chi soffre'".
Il pontefice benedice l’ospedale
Al termine della telefonata, Papa Francesco ha dato la propria benedizione all'ospedale di Schiavonia, rivolta agli ammalati e a tutte le persone che ci lavorano. "Vivo ancora – conclude don Marco – un misto di stupore, gratitudine e senso di inadeguatezza, ma con tanta gratitudine, e desidero riportare questo messaggio e questa benedizione ai malati e a tutte le persone che si stanno dedicando a chi soffre e a condividere con chi insieme a me, e a nome della Chiesa, cercano in tante corsie di ospedale di portare conforto, soprattutto in questo tempo così difficile e particolare che stiamo vivendo".