Padova, 23 giugno 2023 - Davanti al Palazzo di Giustizia di Padova è il giorno del sit-in annunciato delle mamme Arcobaleno organizzato in segno di protesta contro l'impugnazione dei certificati di nascita dei 33 figli di coppie omogenitoriali, decisa dalla Procura. Il flash-mob in forma silenziosa e del tutto pacifica, in una giornata caldissima. "La maestra ci ha insegnato siamo tutti uguali. La tua maestra non te l'ha insegnato?" è uno degli slogan che compaiono sui cartelli depositati sul selciato assieme ad una grande sfilata di bambolotti e riproduzioni in pelouche di neonati.
"Non ci fermeremo", "Non ci fermerete". Sono alcuni degli slogan delle famiglie arcobaleno. Protesta promossa dall'Associazione genitori omosessuali. Circa 250 le persone che si sono radunate. Sono stati esposti 33 bambolotti simbolici unitamente ad altrettanti atti giudiziari. Per domani è in programma un secondo raduno.
Zan: "Famiglie distrutte da un colpo di penna"
"Come Partito Democratico sentivamo il dovere di essere presenti e portare la nostra vicinanza e solidarietà", hanno il deputato Pd Alessandro Zan, responsabile Diritti del partito Zan e la collega Chiara Gribaudo, deputata e vicepresidente del Partito Democratico, presenti al sit-in. "Abbiamo avvertito tutta la grande preoccupazione di famiglie che rischiano di essere distrutte da un colpo di penna - hanno aggiunto i due parlamentari dem - rendendo queste bambine e questi bambini di fatto orfani di una delle due madri, e ce ne facciamo carico: la loro battaglia è la nostra, nel solco dei principi fissati nell'articolo 3 della Costituzione. Le politiche persecutorie del governo Meloni e le parole d'odio che troppo spesso escono dalle bocche di esponenti dell'esecutivo e delle istituzioni hanno generato un clima discriminatorio, già degenerato in decisioni come questa".
La procura di Padova, il tribunale a Milano
Il flash-mob di protesta è la risposta alla decisione della Procura di Padova che ha impugnato i certificati di nascita dei 33 figli di coppie omogenitoriali. Si tratta di bambini concepiti all’estero con fecondazione eterologa e poi riconosciuti in Italia come figli di entrambe le madri. Gli atti di nascita sono tutti quelli registrati dal sindaco Sergio Giordani (Pd), dal 2017 a oggi. Una scelta adottata pochi giorni anche dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri alla contestata vigilia del Roma Pride 2023. Alle famiglie ora si chiede di cancellare il nome della madre non biologica.
Mentre a Milano, il tribunale annulla la trascrizione dell’atto di nascita del figlio di due padri