Padova, 21 giugno 2023 – “L'adozione si fa per avere un figlio quando non ne hai uno. Noi abbiamo avuto la fortuna di averli, concepirli, partorire, accudirli. Sono nati all'interno di un matrimonio, un rapporto che dura da 14 anni". Dice così all'Ansa, sul tema della 'adozione facilitata', la mamma della coppia omogenitoriale che ha visto impugnare dalla Procura l'atto di nascita della figlia.
Figli geneticamente fratelli
"I nostri figli - le due donne sono mamme di 2 bambini, un maschio e una femmina - ci chiamano mamma da sempre. Siamo già una famiglia come tutte le le altre. È una responsabilità che ci siamo assunte verso questi bambini, nati da due diverse madri, ma geneticamente fratelli.
"Scorciatoia, non la soluzione intrapresa dal Comune di Padova, ma una scorciatoia è la Step Child (sottinteso ‘adoption’, letteralmente l’adozione della figliastra o del figliatro)" prosegue la donna. "Se un figlio nasce con due mamme - sottolinea -, ha due mamme, non una mamma e una donna che vive nella stessa casa. Che senso ha per un bambino farsi adottare dalla propria madre? Genitore è chi esercita i doveri, le responsabilità di essere genitore. Che c'entra essere uomo o donna?"
Adozione? Discriminazione legalizzata
"L'adozione - puntualizza - è una discriminazione legalizzata. Per ogni altro genitore, che ha la fortuna di poter mettere al mondo dei figli, nel momento in cui il figlio nasce diventa automaticamente genitore. Nessuno entra nel merito, fino a prova contraria, fino a quando non sussistono gravi situazioni che mettono in discussione la sua capacità genitoriale. E neppure in casi gravissimi questi genitori si trovano cancellati dall'atto di nascita del proprio figlio".
Leggi anche:
Mengoni sul palco da Padova tra musica, diritti negati e speranza
Emma sulla maternità surrogata: “Perché devo avere un partner per essere madre?”
Maestre: “Dalla parte di questi bambini”
"Noi siamo e saremo sempre dalla parte di questi bambini". É la posizione di una delle maestre della scuola di infanzia frequentata a Padova dalla bambina, e dal fratello, figli biologici della due mamme raggiunte dalla notifica di impugnazione dell'atto di nascita, perché "illegittimo", deciso dalla Procura. Condizione che si prospetta per le famiglie di altri 32 bambini iscritti all'anagrafe comunale nello stesso modo. "Noi siamo e saremo sempre dalla parte di questi bambini. Quello che possiamo ribadire - aggiunge la maestra - è che la scuola continuerà a guardare tutti i bambini che la frequentano con gli stessi occhi di sempre, senza pregiudizi, e sarà a fianco delle loro famiglie".
Flash mob davanti alla Procura
"Non ci fermeremo": è lo slogan che farà da cappello alla manifestazione prevista venerdì 23 giugno a Padova (dalle ore 10) promossa dall’associazione delle ‘mamme arcobaleno’ contro le impugnazioni dei certificati di nascita dei figli di coppie omogenitoriali decise dalla Procura della città euganea per ‘adeguarsi’, in questo caso anche con effetto retroattivo, ad una circolare del ministro Piantedosi.
Si tratterà di un flash mob, una manifestazione statica e silenziosa, che si svolgerà davanti alla sede del Tribunale cittadino, dove, dal 14 novembre prossimo, le mamme gay saranno chiamate a sfilare come parti in causa nella provvedimento della Procura, che chiede ai giudici di pronunciarsi sulla richiesta di cancellazione e rettifica dei certificati anagrafici, nell’indicazione del nome del genitore intenzionale, e del doppio cognome attribuito ai bambini.