Padova, torna in campo il giocatore condannato per violenza sessuale. Ostanel: “Calcio troppo maschilista”

Dopo la condanna a 3 anni e 4 mesi di carcere, il 25enne Michael Liguori è stato convocato dalla squadra. La difesa del coach: “Bello se avesse segnato”

michael liguori

Michael Liguori, il calciatore del Padova condannato per violenza sessuale (foto Instagram)

Padova, 15 ottobre 2024 – Il calciatore Michael Liguori è sceso in campo, polemiche a Padova per avere fatto giocare il 25enne condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione per violenza sessuale.

“È stata un'occasione persa dal Calcio Padova di mandare un forte messaggio contro la violenza sulle donne: uno sbagliato scegliere il silenzio. Solidarietà alle due ragazze”, ha commentato la consigliera regionale Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo).

La difesa del coach

Originario di Alba Adriatica (Teramo), il giocatore del Padova Calcio è stato ritenuto colpevole, insieme a un amico, per gli abusi sessuali nei confronti di due ragazzine minorenni – era il 2018 e all’epoca dei fatti le vittime avevano 14 e 15 anni – incontrate in stazione.

Dopo la sentenza del tribunale di Teramo, l’atleta è stato regolarmente convocato per il match di serie C contro il Giana Erminio. Per il tecnico Matteo Andreoletti “sarebbe stato bello se avesse segnato”. Dalla parte di Liguori anche i tifosi del Padova Calcio.

Ostanel: “Calcio troppo maschilista”

“Quello del calcio – ha aggiunto – è un mondo che conosco perché ho avuto modo di frequentarlo parecchi anni fa da ex arbitra di calcio maschile. Credo che non basti scendere in campo una volta all'anno con il segno rosso sul volto se poi non si agisce dall'interno per cambiarne il volto, ancora troppo maschilista”.

“Il silenzio – ha osservato – non è nelle mie corde e per questo esprimo tutta la mia solidarietà alle due ragazze che con coraggio hanno denunciato: non possiamo permetterci di tacere e di voltarci dall'altro lato perché anche le parole che spendiamo contro ogni violenza possono aiutare a contrastarla. Lo deve fare la politica, lo può fare il mondo dello sport, in particolare se chiamato in causa direttamente”.