Venezia, 28 aprile 2022 - E' giallo sulla morte di Ahmed Jouider, sparito da casa e ritrovato senza vita nel fiume Brenta. Troppi gli interrogativi aperti, il sospetto di molti è che il 15enne potrebbe essere stato preso di mira da una baby gang. Ne è convinto il papà di Henry Amadasun, 18enne di origini nigeriane che, a settembre dello scorso anno si lanciò dallo stesso ponte sul fiume Brenta. "Troppe similitudini, le persone che hanno fatto male ad Ahmed potrebbero essere le stesse che hanno fatto male a Henry" le parole del papà di Evans affidate al all'avvocato Marcello Stellin.
La famiglia è convinta che qualcuno avesse preso di mira il figlio fino a portarlo ad odiare la vita. "Da settembre a oggi abbiamo sentito tanti ragazzi e anche le loro famiglie - spiega Stellin - e presto avremo gli elementi per chiedere la riapertura del caso. Ma abbiamo trovato anche tanta omertà, credo che tra i giovani ci sia un codice particolare, che conoscono solo loro". Un codice che verrebbe usato nelle chat e nei social con profili segreti.
Il muro di omertà
“Qualcuno degli amici sa qualcosa sulla morte di mio figlio”, le parole di Latifa Joudier, la mamma di Ahmed che non crede al suicidio. “Era un bravo ragazzo – insiste la mamma – non aveva a che fare con la droga”. Ahmed, padovano di origini marocchine trovato morto nel Brenta, non si sarebbe tolto la vita dal dolore per essere stato lasciato dalla fidanzatina ma spinto da una 'mano' ignota, forse legata al giro delle sue conoscenze. Dopo aver aperto un fascicolo per sequestro di persona il pm Andrea Girlando ha modificato l'ipotesi di reato in istigazione al suicidio. "Era un bravo ragazzo - insiste la mamma - non aveva a che fare con la droga".
Oggi l'autopsia
Ahmed, descritto come un ragazzo pieno di vita, bravo a scuola è stato visto l’ultima volta la sera del 21 aprile in sella alla sua bici rossa. "Ho delle questioni in sospeso con alcune persone, più che altro penso che morirò, penso di si, o se non muoio avrò delle ferite gravi", il messaggio vocale mandato alla sua ex fidanzatina prima di spegnere definitivamente il cellulare. Le ricerche si concentrano sulla sponda del Brenta dove è stato ritrovato il telefono del 15enne, i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno scandagliato il fiume fino al triste epilogo. Difficile per chi lo conosceva pensare a un gesto volontario del ragazzo. Oggi è attesa l'autopsia e la speranza è che arrivi qualche prima risposta.