Così l’intestino può ‘riparare’ i nervi danneggiati: la scoperta dell’Università di Padova

Per la prima volta è stata dimostrata l’esistenza di un asse intestino-sistema nervoso periferico. Merito anche della professoressa Matilde Cescon dell’ateneo veneto

Le ricercatrici dell'Università di Padova Matilde Cescon e Sonia Calabrò hanno contribuito alla scoperta dell'asse intestino-sistema nervoso periferico

Le ricercatrici dell'Università di Padova Matilde Cescon e Sonia Calabrò hanno contribuito alla scoperta dell'asse intestino-sistema nervoso periferico

Padova, 5 luglio 2024 – Una scoperta importante, merito dell'impegno di una squadra che ha coinvolto anche la professoressa Matilde Cescon dell’Università di Padova: c’è un legame tra l’intestino e il sistema nervoso periferico. L’esistenza di tale ‘asse’ è stato dimostrato per la prima volta in assoluto. 

I risultati della ricerca, in parte, non stupiscono. Già negli ultimi decenni, è stato scoperto l’impatto che il microbiota intestinale – composto da batteri, virus e funghi che colonizzano il tratto gastrointestinale – ha un’importante influenza su altri organi, e quindi sulla salute dell’uomo. Ora viene alla luce che la totale o la parziale assenza del microbiota interferisce negativamente sui nervi periferici e sul loro ‘bersaglio’, i muscoli scheletrici. 

Il merito della scoperta va attribuito, come già detto, alla professoressa Cescon del Dipartimento di medicina molecolare dell’ateneo padovano, alle sue colleghe Giulia Ronchi, Giovanna Gambarotta e Stefania Raimondo del Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi e del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università di Torino, al professor Salvatore Oliviero dell’ateneo torinese e alla professoressa Kirsten Haastert-Talini dell'Università di Hannover. 

Due fibre mieliniche a confronto: i nervi che si sono sviluppati in totale assenza di microbiota mostrano una guaina mielinica più spessa
Due fibre mieliniche a confronto: i nervi che si sono sviluppati in totale assenza di microbiota mostrano una guaina mielinica più spessa

Cosa può cambiare

"Malgrado i notevoli progressi della ricerca e della microchirurgia ricostruttiva, che oggi puntano su ingegneria tissutale e nuovi biomateriali, il recupero delle funzioni nervose e muscolari dopo una lesione è spesso solo parziale, influendo negativamente sulla qualità della vita dei pazienti – spiegano Cescon e Ronchi – È quindi necessario approfondire la conoscenza dei complessi meccanismi neurobiologici che regolano la rigenerazione dei nervi: indagare il ruolo del microbiota intestinale in condizioni patologiche o di lesioni va proprio in questa direzione”. Le ricadute cliniche della scoperta dell’asse intestino-sistema nervoso sono “importanti”, hanno sottolineato le ricercatrici. 

Grafico in cui ogni puntino rappresenta un gene la cui espressione è deregolata nei neuroni sensitivi che si sono sviluppati in totale assenza di microbiota
Grafico in cui ogni puntino rappresenta un gene la cui espressione è deregolata nei neuroni sensitivi che si sono sviluppati in totale assenza di microbiota

Il progetto Gut-NeuroMuscle

La rivelazione è il punto di partenza per il progetto Gut-NeuroMuscle, che ha come obiettivo di esplorare l’impatto che il microbiota può avere sulla rigenerazione dei nervi danneggiati. Il programma coinvolge due gruppi di ricerca composti da Ronchi, Gambarotta, Cescon e la dottoressa Sonia Calabrò dell’Università di Padova.