di Stefano Fogliani
SASSUOLO
Dove eravamo rimasti? Alla gara che doveva essere ‘svolta’ contro la Cremonese e invece ha detto che il Sassuolo deve lavorare ancora parecchio per farsi largo e guadagnarsi i gradi di ‘big’ che gli riconoscono i pronostici di inizio stagioni. Per capire di che pasta sono fatti i neroverdi, allora, niente di meglio che una sfida alla neopromossa Carrarese che aspetta il Sassuolo al varco.
Neopromossa la squadra di Calabro, neoretrocessa quella di Grosso: due soli punti a dividere l’una e l’altra, a suggerire che il Sassuolo non può né deve sbagliare, e a suggerre che oggi in Toscana mica si passeggia. Lo sa bene Fabio Grosso, tecnico di un Sassuolo che cerca se stesso e ha lavorato, spiega l’allenatore neroverde "soprattutto per essere pronto". Il mercato chiuso gli consegna un gruppo fatto e finito, con il quale andare oltre quella sconfitta contro la Cremonese che Grosso definisce "un inciampo sul quale abbiamo lavorato", chiamando i suoi alla prestazione che serve. Dati alla mano, il Sassuolo non vince in trasferta dal 2023, e se Grosso dice che "proveremo ad invertire il dato" è fin troppo facile aggiungere che non invertirlo peserebbe doppio sulla marcia dei neroverdi verso la classofica cui sono attesi. Tra il dire il fare, tuttavia, si sa cosa c’è di mezzo, ed ecco che Grosso calza l’elmetto e dice che, per saltarci fuori, "serve una prestazione importante sotto ogni punto di vista, di quella che riempiono la gara in tutti i momenti". Con che undici la cercherà, una gara del genere, Grosso non lo dice – la scelta, considerato che torna a disposizione anche Lovato in difesa e che Pierini ha due settimana di lavoro col gruppo, non manca – ma fa capire che la porta è aperta a titti quelli che vorranno provare a fare la differenza, "visto che a gara in corso si può cambiare la metà dei giocatori di movimento: l’importante è che tutti siano coinvolti e pronti a sfruttare l’opportunità".
Vale, l’assunto, non per Volpato – ancora out, come Berardi e altri – ma per Laurientè che pare resti, e magari va in anchina, come per altri outsider – Pierini su tutti, ma anche Moro e Russo – da tenere ben d’occhio. E vale più in generale per un gruppo "all’interno del quale tutti si sentano protagonisti e siano utili alla casa". Senza quello spirito lì, in effetti, anche la Carrarese – priva di Falco, che cerca la miglior condizione - diventa uno scoglio contro il quale si rischia di sbattere. E contro il quale sbattere sarebbe imperdonabile.
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