Sassuolo Il futuro è già qui: Russo e compagni

La prima squadra retrocede mentre i giovani vanno in finale. I neroverdi hanno un serbatoio di campioncini, a partire dal bomber siciliano

Sassuolo Il futuro è già qui: Russo e compagni

Sassuolo Il futuro è già qui: Russo e compagni

di Lorenzo Longhi

SASSUOLO

Il Sassuolo in finale nel campionato Primavera 1 (venerdì sera affronterà la Roma che ieri ha battuto la Lazio 3-2, rimontando due volte e festeggiando grazie ad un gran gol di Alessio), proprio quando la prima squadra saluta la Serie A dopo un decennio, è la rappresentazione plastica di come non sia tutto sbagliato né tutto da rifare. Certo, non vi sono dubbi: la copertina è quella della retrocessione, sono sempre i grandi a prendersi i titoli ed è piuttosto inevitabile e scontato che sia così, ma se il vivaio dimostra di funzionare significa abbastanza chiaramente che la struttura e la programmazione del settore che fa capo a Francesco Palmieri stanno funzionando.

Aver battuto l’Inter in semifinale non è un caso, così come non è un caso che, di nuovo, in rete sia andato Flavio Russo. Classe 2004, vent’anni il prossimo 31 agosto, Russo, siciliano di nascita, ha segnato 20 reti in campionato, dove si è laureato capocannoniere, e già due nella fase finale, evidenziando un aspetto: non si perde quando le partite iniziano a pesare, avendo timbrato sia contro l’Atalanta che contro l’Inter, ma in questo senso non va dimenticato che anche nella fase finale dello scorso anno Russo andò in gol contro il Lecce in semifinale, quando la Primavera del Sassuolo venne eliminata (1-2 il risultato) dalla squadra che poi avrebbe vinto il titolo.

Appunto: semifinale nel 2023, finale nel 2024; la rosa è di valore, e del resto i vari Theiner, Loeffen, Cinquegrano, Baldari, Corradini, Kumi, Bruno e Leone (anche questi ultimi due in gol contro l’Inter) sono abituati a ben figurare a livello giovanile, se è vero che qua e là, fra i nomi delle rose neroverdi che hanno vinto la Coppa Carnevale a Viareggio nel 2022 (allenatore Cascione) e 2023 (con Pedone in panchina), figurano anche i loro. Il punto è questo: negli anni, mentre la prima squadra si teneva tutto sommato saldamente in A, il settore giovanile veniva migliorato e consolidato, ottenendo peraltro risultati encomiabili – tra cui un campionato Berretti e tre Coppe Carnevale – in un ecosistema nel quale Atalanta e Inter, negli ultimi anni, hanno spesso fatto il vuoto.

Oggi la coincidenza vede arrivare all’apice le annate 2004-2005 (delle quali fanno parte anche Adrian Cannavaro, che ha preso a febbraio la via di Novara per vivere con continuità i suoi primi mesi da professionista, e Luca D’Andrea che in prestito a Catanzaro ha dimostrato di essere un giocatore fatto e finito, pronto per la B da titolare) proprio nel momento in cui la prima squadra ha bisogno di ridefinirsi. Ora, al di là della prossima finale scudetto, e considerato il contesto della B dopo gli errori e orrori di una stagione deficitaria, per qualcuno potrebbe arrivare il momento del salto più difficile, quello più desiderato, se non altro con l’inserimento in pianta stabile in un organico che verrà rivoluzionato. Spesso infatti i percorsi di prima squadra e Primavera seguono rette parallele destinate a non incrociarsi. Questa volta potrebbe non essere così. Se non ora, quando?

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