Obiang: «Dobbiamo trasformare la rabbia in energia positiva»

«Non siamo una società che si lamenta, ci sono altre persone che dovrebbero farsi delle domande»

Migration

L’arbitro Irrati di Pistoia,con direzione di gara che ha sconcertato i più, non ha solo guastato la settimana al Sassuolo. Ma anche la serata ‘speciale’ di Pedro Obiang, indimenticato alfiere della Sampdoria di qualche tempo fa – 132 presenze in cinque stagioni, dal 2010 al 2015 - che aveva segnato dentro il Marassi rossoblu. Il suo gol vale solo per sé («qualcosa di buono da Genova ho portato») e per gli almanacchi, ma della serata del Ferraris resta solo un ricordo non granchè e soprattutto «tanta rabbia».

Ma il centrocampista neroverde è tanto signore da non parlare più di tanto di quanto accaduto a Genova («non siamo una società che si lamenta e noi giocatori sposiamo questa linea, siamo rispettosi, ma ci sono altre persone che devono farsi delle domande») e abbastanza esperto da sapere che non c’è tempo per voltarsi indietro. Tra 72 ore c’è Udinese – Sassuolo e Pedro Obiang sa bene da dove ricominciare.

A livello personale dalle ultime tre gare da titolare dopo un momento di appannamento che gli avevano riservato appena 12’ in campo tra la 12ª e la 16ª giornata («Ne ho sofferto – ammette – ma ho imparato da chi avevo davanti, e ho sfruttato le chances che ho avuto») e a livello collettivo «dalla tanta rabbia che abbiamo». Che, aggiunge Obiang, «deve diventare energia positiva: il mister ci ha già parlato invitandoci a non piangerci addosso, perché non ne abbiamo il tempo, e per noi si tratta di prepararci a meglio alla prossima gara, anche se una partita come quella di domenica ha fatto male a tanti del punto di vista individuale. Veniamo da due risultati negativi e si servono punti: vogliamo tornare alla vittoria».

Ci proveranno a Udine, i neroverdi, cercando di andare oltre assenze che, oltre che dell’infermeria, sono lascito di Genoa – Sassuolo.

«Dispiace per Locatelli, è un peccato, e dispiace ancora di più per Berardi, perché non vorrei toccare troppo questo tasto, ma vedo che è abituati a puntare il dito su di lui e da compagno di squadra dico che andrebbe invece difeso e fare in modo che nei suoi confronti ci sia un po’ più di aiuto», spiega ancora Obiang, che poi punta deciso sulla Dacia Arena, e sprona il Sassuolo a fare meglio perché «le nostre prestazioni sono buone, ma a quanto sembra – ammette – non così buone per essere avanti come dovremmo essere. Siamo una buona squadra ma, si è visto anche a Genova, ma dobbiamo migliorare dal punto di vista della cattiveria e nel chiudere le partite».

Già: è quello il limite del Sassuolo, il filo rosso che lega più tappe, da Parma a Genova, di una stagione fin qua incompiuta a livello più di risultati che non di gioco. Quello il vulnus che tiene in bilico, spesso fatale, partite a tratti anche dominate, «ed è anche su questo – chiude il centrocampista – che stiamo continuando a lavorare».

s.f.