REGGIO EMILIA
"È un giocatore fortissimo, che ha fatto la storia di questo club. È diverso dagli altri, l’ho visto lavorare con determinazione, mi ha detto che ci teneva a partecipare a questa gara e sono felicissimo di riaverlo a disposizione".
Quando un allenatore con Berardi incontra un allenatore senza Berardi, l’allenatore senza Berardi è un uomo morto: mica sempre vero ma nessun dubbio che il fantasista calabrese meglio averlo in squadra che contro. Ne conviene Fabio Grosso, che nel dopogara non può esimersi da spendere qualche parola sul ritorno in campo de ‘10’. Mancava da sette mesi, mentre sei gol al Sassuolo mancavano da sette anni: dettagli che sfumano in coda a vittoria larghissima, ma più sudata di quanto non dica un punteggio tennistico. Il ‘Citta’, il Sassuolo lo ha tenuto a lungo sulla corda e la circostanza a Grosso non è sfuggita. Così, "complimenti ai ragazzi per come hanno interpretato la gara, riempiendola di molte cose spositive" ma anche la dovuta attenzione a quei primi 45’ nel corso dei quali "abbiamo confermato come ci sia ancora da lavorare su molte cose. In determinate fasi della gara c’è qualche palla persa di troppo, c’è una tendenza a staccare la spina oltre cui bisogna necessariamente che andiamo perché la squadra sia sempre presente. Penso anche al finale, quando abbiamo concesso agli avversari qualche occasione di troppo".
Vero che il punteggio era acquisito, altrettanto vero che, aggiunge Grosso, "dobbiamo saper riconoscere i momenti della gara: abbiamo qualità e ne abbiamo tanta, ma non basta averle e dire di averle se non le si traducono sul campo. Così, non nego che nel primo tempo, pur creando, abbiamo patito qualche ripartenza di troppo mentre nella ripresa – conclude Grosso – siamo stati molto più efficaci. Quindi giusto essere contenti di quanto abbiamo fatto oggi, ma testa alla prossima gara: chi va in nazionale giocherà, che resta a Sassuolo lavorerà duro".
Stefano Fogliani
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