
Jack, l’ex che si è perso nel limbo azzurro
di Lorenzo Longhi
SASSUOLO
"Raspadori è uscito anzitempo per un risentimento muscolare. Nei prossimi giorni l’attaccante azzurro sarà sottoposto ad esami strumentali": con queste parole, dal report sull’allenamento del Napoli svolto nella mattinata di ieri e pubblicato dal sito ufficiale del club campano, è svanita la possibilità di assistere venerdì al ritorno al Mapei Stadium di Giacomo Raspadori, finito invece nella lista degli indisponibili. Il grande ex non ci sarà, e per gli scaramantici va bene così, ma certo la sua assenza toglie un minimo di interesse per il pubblico neroverde, anche perché senza il guaio muscolare – tra l’altro è il suo primo infortunio in questa annata – Raspadori avrebbe probabilmente giocato titolare, cosa che sinora in maglia azzurra gli è accaduta poche volte.
Sette le sue presenze nell’undici iniziale di Spalletti, 15 quelle complessive su 22 partite per un totale di 576 minuti e una media di 38 a gara, con una sola rete contro lo Spezia: questi i numeri del suo campionato con la maglia del Napoli sinora, in una stagione che per il club – e di conseguenza anche per lui – sarà storica perché i partenopei hanno le mani sullo scudetto, ma a livello individuale non è esaltante almeno per quanto riguarda la A. Raspadori la scorsa stagione al Sassuolo era abituato a giocare sempre (36 gare in campionato, 32 delle quali da titolare, per una media di 76 minuti a partita, esattamente il doppio rispetto a quella attuale), ma a Napoli si è trovato a essere comprimario in un attacco che ha visto la conferma di Osimhen e l’immediata esplosione di Kvaratskhelia, ma dove anche Lozano, Elmas e Politano hanno giocato dai 250 ai 500 minuti più di lui e solo Simeone è sceso in campo significativamente di meno. Di 24 giocatori schierati da Spalletti, a livello di minutaggio in campionato Raspadori si situa al quindicesimo posto. Intendiamoci: per un ragazzo che si appresta a compiere 23 anni, al primo anno in una grande e per giunta in una stagione per la squadra formidabile, non è affatto male e sarà importantissimo a livello di crescita ed esperienza, ma tenendo conto che Raspadori è anche un titolare della nazionale trovarsi a far parte delle rotazioni, e non fra le primissime scelte, fa un po’ specie.
Dionisi ha detto che lo avrebbe visto bene un altro anno al Sassuolo, e probabilmente non sbaglia, tuttavia a Napoli Raspadori ha potuto confrontarsi con la Champions League e lì, al contrario dello score in campionato, si è sinora goduto momenti strepitosi: 5 presenze di cui 3 da titolare e 4 gol, contro Rangers e Ajax, giornate che in neroverde non avrebbe potuto vivere. Può bastare e avanzare questo per legittimare una scelta comunque giustissima per chi ha talento e ambizione, ma alla fine dei conti il primo anno napoletano di Raspadori è una sorta di limbo. Il paradiso tuttavia può non essere lontano, perché se davvero dovesse vincere uno scudetto proprio a Napoli potrebbe vantare un trionfo capace di caratterizzare un’intera carriera.