Ha avuto bisogno di tempo, ma Paolo Vanoli ce l’ha fatta a rilanciare il Venezia, prossimo rivale del Modena. Subentrato lo scorso 7 novembre a Ivan Javorcic, il tecnico croato che la scorsa stagione aveva portato il Sudtirol in Serie B, Vanoli trovava la squadra lagunare in piena crisi, penultima in classifica, con 9 punti dopo 12 giornate nonostante una rosa di tutto rispetto, con ben 23 giocatori stranieri, alcuni dei quali con contratti vicini al milione di euro, firmati l’anno prima, quando il club presieduto dallo statunitense Duncan Niederauer era in Serie A. Vanoli, 50 anni, ex terzino fra le altre di Parma, Fiorentina e Bologna, 2 presenze e un gol in nazionale, era reduce da un’esperienza in Russia alla guida dello Spartak Mosca, chiusa con un deludente decimo posto in campionato ma con la vittoria nella coppa nazionale, ottenuta l’11 maggio 2022 battendo 2-1 la Dinamo Mosca. Successo che nel club più famoso di Russia, in passato allenato anche da Nevio Scala e Massimo Carrera, mancava dal 2003. In giugno Vanoli rientrava in Italia per non farsi più vedere a Mosca, adducendo il mancato ritorno a motivi familiari. Come allenatore Vanoli si può considerare un allievo di Antonio Conte, del quale era stato assistente ai tempi del Chelsea e dell’Inter. In panchina, come il suo maestro, è molto agitato, polemico ed esuberante: espulso nella partita contro il Como di tre turni fa, era stato squalificato per due giornate. Nel rilancio del Venezia, in classifica appena due punti sotto il Modena, e come i gialloblù di Tesser con vista playoff, oltre al lavoro di Vanoli ci sono le reti del ventottenne centravanti finlandese Joel Pohjanpalo, 13, oltre a 6 assist in 33 partite.
Solo episodiche si sono invece mostrate le giocate di classe dell’ala russa Denis Cheryshev, 32 anni, 33 presenze e 12 gol in nazionale, finora autore di 4 reti e di 2 assist in 20 partite, quasi tutte partendo dalla panchina. Figlio d’arte, il padre Dmitry, pure lui attaccante con 13 partite e un gol in nazionale, aveva chiuso la carriera in Spagna. Dove Denis ha sempre giocato fra Castilla, Real Madrid, Siviglia, Valencia e Villarreal. A Venezia è arrivato in estate da svincolato, con un contratto vicino al milione di euro lordi. Se il padre Dmitry in Russia era soprannominato "Trenino" per il veloce e incessante movimento in campo, Denis è noto invece come il "calciatore di cristallo" per i frequenti infortuni.
Rossano Donnini