REDAZIONE MODENA

Staminali, scoperta la proteina che le regola

Nuovo studio diretto da De Luca di Unimore affina le terapie avanzate per le malattie geniche

Michele De Luca, direttore del Centro Medicina Rigenerativa di Unimore

Modena, 6 maggio 2021 - Affinare in futuro le terapie avanzate per l’Epidermolisi Bollosa e altre malattie genetiche controllando il contenuto in cellule staminali dei lembi di pelle cresciuti in laboratorio. A svelare come, lo studio pubblicato su Nature Communications e condotto da un team di ricerca italiano guidato da Michele De Luca, direttore del Centro Medicina Rigenerativa di Unimore, hanno visto che le cellule staminali epidermiche, necessarie per la rigenerazione della pelle e definite olocloni, continuano a potersi riprodurre grazie alla loro regolazione tramite la proteina FOXM1.

Se questa proteina viene prodotta, le cellule continuano a mantenere il loro stato di cellule staminali, cioè la loro capacità di autorinnovarsi e di mantenere la integrità della pelle. Le evidenze raccolte permetteranno un migliore controllo del contenuto in cellule staminali nei lembi di pelle cresciuti in laboratorio, facilitando quindi lo sviluppo di terapie geniche e cellulari combinate per la cura di diverse forme di Epidermolisi Bollosa e altre malattie genetiche della pelle.

"I tessuti umani preparati in laboratorio possono trattare malattie come l’Epidermolisi Bollosa Giunzionale, una grave patologia genetica della pelle – afferma Elena Enzo, ricercatrice del Cmr – Non si conoscevano però ancora alcuni dettagli molecolari sulle caratteristiche delle cellule staminali. Grazie ad un approccio innovativo per analizzare l’espressione genica delle singole cellule, si sono potute adesso chiarire ulteriormente le differenze tra tipologie cellulari con diverso potenziale di proliferazione, legate proprio dalla proteina FOXM1".  

Come la proteina regoli la proliferazione delle cellule staminali e quali geni attivi non è ancora definito. "Abbiamo già identificato il ruolo di proteine quali p63 e YAP1 nel mantenere staminali le cellule in coltura – dichiara Alessia Secone Seconetti dello spin-off universitario Holostem Terapie Avanzate – Adesso sappiamo che YAP1 è in grado di attivare FOXM1. Con questo studio si aggiunge quindi un tassello importante nella comprensione di come le cellule staminali vengono controllate".

Questa ricerca si inserisce infatti all’interno di un filone che vede coinvolte da diversi anni le istituzioni scientifiche della medicina rigenerativa di Modena.

"Con il noto studio pubblicato su Nature nel 2017 in cui siamo stati in grado di rigenerare l’80% della pelle di un bambino di sette anni affetto da Epidermolisi Bollosa Giunzionale, abbiamo dimostrato che c’è una differenza importante tra i tipi di cellule clonogeniche (o con simile capacità proliferativa) e che gli olocloni sono necessari per permettere una completa rigenerazione – afferma Michele De Luca,– Con gli studi su p63, YAP1 e FOXM1 possiamo adesso caratterizzare meglio le cellule staminali e aumentare le nostre conoscenze sulla loro regolazione, aprendo le porte a nuove applicazioni cliniche".