VALENTINA REGGIANI
Economia

Panini di Modena dimezza lo smart working: scatta lo sciopero dei dipendenti

L’azienda modenese passa da due a un giorno di lavoro agile a settimana. "Ma produttività non in calo"

Il colosso modenese delle figurine Panini dimezza lo smart working: dipendenti in sciopero

Il colosso modenese delle figurine Panini dimezza lo smart working: dipendenti in sciopero

Modena, 4 settembre 2024 – E’ forse il secondo sciopero in sessant’anni, poiché il dialogo tra l’azienda e i lavoratori c’è sempre stato. Non stavolta, pare. I dipendenti del colosso mondiale di figurine Panini Spa hanno proclamato sciopero contro la decisione dell’azienda di dimezzare le giornate a disposizioni per lo smart working, passando a 44 giorni annui ed eliminandone i 44 aggiuntivi.

Per chiedere che "non venga parzialmente abolito un diritto, ovvero uno strumento che garantisce una qualità di vita migliore ai lavoratori", questa mattina i sindacati Slc Cgil e Fistel Cisl con le Rsu di Modena e Milano e il Cdr Giornalisti Milano hanno proclamato nelle sedi di Modena e Milano uno sciopero di 4 ore.

La richiesta è quella di mantenere le 44 giornate annue garantite, mantenere le ulteriori 44 giornate annue addizionali e ripristinare le 44 annue garantite ai quadri, rendendo definitivo e non più sperimentale l’accordo sul lavoro agile. Infatti la decisione di ridurre lo smart working è stata comunicata dall’azienda a due anni dall’accordo a tema in scia alla pandemia. "Di fatto – accusano i sindacati – si consuma un passaggio da una media di 2 giorni a quella di un giorno di smart working a settimana".

Questa mattina attina si è così svolto un presidio davanti la sede aziendale a Modena, in via Emilio Po. Secondo i tanti lavoratori presenti la decisione non è legata ad alcuna motivazione valida, dal momento che non si è registrata una flessione della produttività e non si sono evidenziate criticità organizzative.

"Al contrario lo smart working rappresenta uno strumento di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, riduce il traffico e l’inquinamento ed è un valore aggiunto che rende l’azienda più flessibile e resiliente, oltre ad accrescere l’attrattività per forza lavoro giovane e brillante", è la voce del presidio.

"Per noi è inaccettabile dimezzare lo smart working: i risultati aziendali sono ottimi quindi non capiamo l’idea dell’azienda di modificare ciò che è stato sottoscritto tra l’altro all’interno del rinnovo del contratto integrativo aziendale", ha affermato un dipendente. "In questa azienda si sono fatti due scioperi in 60 anni – ha ribadito un altro lavoratore – non è un’azienda ‘cattiva’ e proprio per questo ci stupisce questa rigidità. A molti dipendenti lo smart working cambia la vita e alcuni colleghi, senza il lavoro agile per problematiche personali stanno già pensando di cambiare lavoro. A sostenere i lavoratori della Panini i parlamentari modenesi del Pd Maria Cecilia Guerra e Stefano Vaccari: "I due giorni di smart working che chiedono di confermare permettono di organizzare meglio la giornata, riducono tempi e costi di trasporto e altre spese. Senza ricadute negative sulla produttività. Perché tornare indietro?".