
La sede della Cdc, cooperativa di costruzioniLa sede della Cdc, cooperativa di costruzioni
Modena, 3 febbraio 2015 – La tempesta perfetta è arrivata sulle cooperative edili modenesi. Dopo mesi (forse anni) di tentativi, manovre di salvataggio, operazioni di primo soccorso e rianimazioni, si avvia al concordato preventivo una delle più grosse cooperative di costruzioni della provincia di Modena: Cdc, Cooperativa di Costruzioni.
Classe 1908, la Cdc occupa oggi circa 300 lavoratori ed è impegnata in commesse importanti sia pubbliche che private, tra cui il restauro dell’ex ospedale Sant’Agostino a cui partecipa nel raggruppamento di imprese capitanato dal Consorzio Cooperative Costruzioni.
Che la Cdc non godesse di buona salute si sapeva da tempo tra gli addetti ai lavori: nel mondo edile cooperativo tutti controllano con attenzione lo stato di salute dell’altro, tattica fondamentale per non scegliere l’alleato sbagliato durante una gara.
Evidentemente la cooperativa non è riu scita a risollevarsi, arrivando a prendere una decisione: richiesta di concordato preventivo, che sarà presentata ai soci nella prossima assemblea del 12 febbraio.
I dirigenti sarebbero stati tutti licenziati nei giorni scorsi e si rincorrono voci anche su possibili dimissioni del presidente Ivano Malaguti.
Non tutta la Cdc, però, andrà nella procedura di concordato: il piano sarebbe di salvare il salvabile traghettando le commesse in corso, e forse una parte dei dipendenti, in una nuova società che farà da ‘salvagente’.
La mano tesa dovrebbe arrivare da Reggio Emilia, provincia dove ne sanno qualcosa di crisi di cooperative edili. Pare che si sia fatto avanti il gruppo Sicrea Siteco di Reggiolo, che ha già salvato alcune cooperative date per spacciate come Orion, affittandone il ramo produttivo.
E sempre la soluzione dell’affitto di ramo d’azienda sarebbe quella allo studio di Cdc per dare continuità ai cantieri avviati e cercare di ridurre gli effetti sull’occupazione.
I sindacati sono rimasti alla finestra per settimane, aspettando di capire cosa stesse succedendo in via Repubblica Val Taro: il fatto che l’azienda li abbiano convocati oggi pomeriggio è segno che le bocce sono ferme.
Decisivo sarebbe stato un consiglio d’amministrazione venerdì scorso per mettere alcuni punti fermi nella discussione.
Per Cgil e Cisl la preoccupazione maggiore sarà ovviamente il futuro dei lavoratori, in un momento così delicato per il settore delle costruzioni.
Nel modenese Cdc ha ancora due cantieri aperti e affidati dal Comune: il primo riguarda i lavori nellapalestra della scuola Marconi, ormai conclusi, e il secondo una palazzina di 25 alloggi di edilizia popolare e agevolata nella zona della Borsa Merci, in via Canaletto.
Quest’ultima commessa, affidata dalla società Cambiamo, che ha tra i soci il Comune e Acer, potrebbe essere quella più a rischio nella situazione di crisi che travolge la Cdc. I lavori, per un valore di 4 milioni di euro, sono in fase avanzata ma ancora lontani dalla conclusione. Non sono invece ancora partiti i lavori all’ex Sant’Agostino: Cdc contava sulla commessa per risollevarsi, ma ormai è troppo tardi.