GIANPAOLO ANNESE
Economia

Crolla il mercato delle ceramiche: "Vendite giù del venti per cento"

Il presidente di Confindustria Savorani: "I tassi record hanno gelato la domanda estera"

Crolla il mercato delle ceramiche: "Vendite giù del venti per cento"

Crolla il mercato delle ceramiche: "Vendite giù del venti per cento"

Sassuolo (Modena), 19 dicembre 2023 – Gelata sulle lastre ceramiche che chiudono un 2023 precipitando a quasi il 20 per cento di vendite in meno rispetto all’anno scorso: le aziende ricorrono in modo massiccio alla cassa integrazione per rallentare la produzione ed evitare di stipare troppo i magazzini.

L’anno da dimenticare è stato illustrato ieri mattina dal presidente di Confindustria ceramica Giovanni Savorani, alla sua ultima conferenza di fine anno prima della scadenza del mandato tra sei mesi: "I tassi di interesse della Bce sono stati confermati al livello record del 4,5% – valore che traina al rialzo tutta la struttura dei tassi delle nostre imprese –, le vendite di ceramica sono calate del 20%, la produzione si è ridotta di 90 milioni di metri quadrati e abbiamo 6mila dipendenti in cassa integrazione. Un quadro che non ci rallegra affatto, anzi: siamo in presenza di una crisi della domanda che interessa tutti i mercati, a partire dai principali paesi esteri del nostro export". Pesano in particolare il crollo della Germania, dove il comparto sprofonda a un meno 30%, la Francia (-25%) e gli Stati Uniti che rispetto al 2022 registrano un milione 300mila edifici in costruzione in meno". Né – ha fatto presente Savorani affiancato dal direttore di Confindustria ceramica Armando Cafiero – il rialzo dei prezzi dei prodotti dovuto al rincaro energetico ha contribuito più di tanto al riallineamento dei valori, dato che anche il fatturato viaggia per i primi nove mesi a meno 15 per cento circa rispetto agli oltre 7 miliardi del settore segnati l’anno scorso.

Per non sovraccaricare troppo i magazzini, si diceva, sono state avviate seimila domande di cassa integrazione che riguardano piccole e grandi aziende. "Questo non vuol dire che saranno effettivamente messe in atto – è la precisazione di Confindustria ceramica –: è una possibilità che le imprese si tengono aperta in attesa di vedere quello che accade". Il fermo degli impianti dovrebbe andare avanti fino a metà gennaio, tra il 15 e il 22, "qualcuno forse anche oltre".

Stando al preconsuntivo elaborato da Prometeia, la crisi del comparto si traduce in un 19,3% di contrazione complessiva dei volumi di vendita (362 milioni di metri quadrati), soprattutto sul fronte delle esportazioni (-22,1%) e meno, almeno per il momento, sul mercato domestico, peraltro ormai da anni mai troppo soddisfacente (-8,7% con 85 milioni di metri quadri). "Proprio in Italia – ha chiosato Savorani – un peso lo sta avendo l’incertezza sul Superbonus: si decide di uscire dagli incentivi senza prospettare però qualcos’altro. Con l’Ance stiamo studiando un possibile piano Casa da proporre al governo". In questo scenario, a consolare sono il decreto Sicurezza energetica che "conferma le due misure strutturali – finora mai attuate – a favore dei settori energivori quali la gas release di metano nazionale e la electricy release che favorirebbe la riduzione del costo delle energie per le imprese".