Modena, 13 giugno 2024 – Eretti i gazebo, i lavoratori di Mozarc Medical sono in presidio ininterrotto davanti ai cancelli della azienda aggrappati alla speranza che l’annunciato blocco delle produzioni delle macchine per dialisi e dei relativi consumabili e i 350 esuberi annunciati – che comprendono anche 50 lavoratori somministrati – non si trasformino presto in licenziamenti collettivi. “Sono qui dal 2013 e vivo a San Prospero. Quello che ci è stato detto – afferma Antonio Rendi, rappresentate dei lavoratori di Bellco – è che Mozarc non ha più intenzione di investire sui filtri a Mirandola e rimarrà solo la parte del reparto di Ricerca e sviluppo. Adesso siano qui a protestare e chiedere aiuto alle istituzioni perché il confronto ai tavoli regionali e nazionali porti a una conclusione positiva”.
Le premesse del confronto, però, non paiono buone anche perché circola una strana mail che si sospetta inviata dalla azienda ai lavoratori in cui in cui si dice: “Nel caso in cui un giornalista vi contatti per chiedere informazioni in merito ala notizia della riorganizzazione dello stabilimento Bellco di Mirandola vi chiediamo di… non rispondere alcuna domanda e non fare commenti e chiedere contatti perché possa essere ricontattato dall’ufficio stampa dell’azienda”.
Tuttavia, la tensione non frena la voglia dei lavoratori e delle lavoratrici di esprimere i loro timori. “Abito a Mirandola e lavoro in Bellco da 4 anni. Io – dice Veronica Benevento – non mi aspettavo che loro mollassero la corda così, ci hanno tolto tutte le speranze. E’ una azienda che c’è da oltre 50 anni e non si comprende come possano aver gettato la spugna in questo modo, facendo fuori 350 persone da un giorno all’altro. Non è giusto perché noi abbiamo famiglia, abbiamo spese e quello che sta accadendo non va bene”. “Sono di nazionalità moldava e sono qui – si unisce alle preoccupazioni Liusea Jereghi – dal 2012. Sono di Medolla. Non ci aspettavamo che da un momento all’altro potesse giungerci una notizia tanto brutta che mette in difficoltà tutti noi. Io ho 64 anni a breve, chi mi prende a lavorare?”.
“Sono in Bellco – aggiunge Cristina Vecchi di Mirandola – da 17 anni e sinceramente non mi aspettavo questo. Avevo notato un calo di lavoro, ma tutti ci rassicuravano e ci dicevano che andava tutto bene, che era una prassi, un fatto normale. Io ho 57 anni e sarà molto difficile per me trovare un impiego, poiché mi mancano due anni per andare in pensione. Per me è un trauma”. “Sono dipendente Bellco da 19 anni, da 2006 – racconta Clara Veronesi di Concordia -. Ho visto crescere questa azienda, tutte le nostre produzioni, qui ci abbiamo dato l’anima, abbiamo fatto straordinari, c’eravamo sempre quando c’era bisogno e ci abbiamo messo tanto entusiasmo perché la sentivamo nostra. Adesso è un peccato vederla ridurre così. Ho 53 anni e sono ovviamente preoccupata ma mi ripeto che siamo emiliani e non ci manca la voglia di lavorare e poi speriamo di mantenere il nostro posto di lavoro”.