GIANPAOLO ANNESE
Economia

B&b, l’indagine: “Quasi la metà è irregolare. Ampia zona grigia”

L’indagine di Federconsumatori sugli affitti turistici brevi a Modena. “I conti non tornano. Occorre sollecitare i codici identificativi”. La strada futura non può essere l’aumento della tassazione: i maggiori costi sarebbero ribaltati sui consumatori

"B&b, quasi la metà è irregolare", l’indagine di Federconsumatori. Nella foto il presidente Marzio Govoni e Cristina Loschi, vice presidente

"B&b, quasi la metà è irregolare", l’indagine di Federconsumatori. Nella foto il presidente Marzio Govoni e Cristina Loschi, vice presidente

Modena, 21 settembre 2024 – Da un terzo alla metà dell’offerta di affitti turistici brevi su Modena città potrebbe essere irregolare. Il dato allarmante emerge dalla nuova indagine di Federconsumatori ‘Una notte a Modena’ sulle case e gli appartamenti destinati ai visitatori. Il report esamina in particolare la condizione di Airbnb, largamente il principale operatore del settore.

L’analisi si intreccia con quella realizzata di recente sempre da Federconsumatori ’Nove metri quadrati di Modena’ dedicata agli affitti rivolti a studenti fuori sede e lavoratori. “Dopo la pubblicazione di quell’inchiesta – riferiscono da Federconsumatori – abbiamo scoperto che il proprietario che aveva affittato i 9 metri quadri non aveva terminato la ristrutturazione e quindi offriva spazi in realtà non commerciabili”. Allo stesso modo sono spariti i metri quadrati da diversi annunci, e in qualche caso le inserzioni stesse.

A differenza di Bologna – spiegano il presidente e la vicepresidente dell’associazione dei consumatori Marzio Govoni e Claudia Loschi – a Modena non esiste un’emergenza B&B di natura quantitativa a causa della quale si sottraggono immobili alla locazione per lavoratori e studenti: le residenze impiegate per l’affitto turistico e le unità immobiliari in affitto breve tracciabili sono meno dell’1% del patrimonio immobiliare modenese, ed il 2-3% di quelle in affitto: una percentuale non particolarmente significativa”. L’emergenza reale i riguarda dunque la legalità. “Solo una minoranza di immobili in affitto breve, appena il 21%, ha oggi in provincia l’obbligatorio Codice identificativo nazionale, nato per contrastare le irregolarità e le truffe. Anche il Codice regionale ha avuto riscontri solo dal 30-40% degli operatori”.

Ma quante sono esattamente le case e le stanze per turisti in città? In assenza di mappature certe il report ipotizza che le offerte presenti su Airbnb siano a Modena 668, per l’80% composte da appartamenti e case e per il restante da camere, per lo più con bagno condiviso. “Tenuto conto di altri portali e di altri canali sono probabilmente 900 le unità in affitto turistico nella città, alle quali vanno aggiunti qualche centinaio di immobili del tutto sconosciuti al fisco, e che potrebbero risultare nelle statistiche come vuoti. Inoltre solo 175 soggetti, con 348 camere, forniscono i dati delle presenze alla Regione. Difficile ipotizzare la quantità di irregolarità, che potrebbero collocarsi tra un terzo e la metà della complessiva offerta di affitto turistico. Con una presenza media di tre giorni, contro i due degli alberghi, quello dell’affitto breve è un’attività certamente conveniente per gli operatori”.

E l’associazione produce anche un paio di esempi: “Abbiamo fatto i conti in tasca al proprietario di un grazioso bilocale in centro, che paga regolarmente le tasse, per scoprire che il risultato economico netto annuale è almeno di 1.400 euro mensili, il doppio rispetto ad un affitto lungo”.

Stessa stima è stata realizzata per una persona che da sette anni affitta tramite Airbnb un posto letto nel proprio appartamento, a 45 euro, costantemente sold-out. “In questo caso abbiamo ipotizzato che le tasse non siano pagate e le pulizie vengano fatte in autonomia; il guadagno finale è di 1.250 euro mensili per una camera di 12 metri quadri, col bagno condiviso. Tre volte quello di un affitto lungo della stessa stanza”. Contrariamente ad altre analisi, “e senza assolvere nessuno, a noi è apparso evidente che la maggior parte delle irregolarità sia da ricercarsi tra i piccoli operatori, non professionali”.

Non solo diagnosi, comunque. Federconsumatori offre anche qualche suggerimento a enti e soggetti interessati a regolare il ‘traffico’: “La strada futura non può essere quella di semplici aumenti della tassazione, per rendere meno appetibili gli affitti brevi. I maggiori costi sarebbero immediatamente ribaltati sui consumatori. Semmai deve essere recuperata la vasta area di irregolarità, nera e grigia: possono essere molto importanti i Codici identificativi”.