UN NUOVO caso di West Nile, diagnosticato nei giorni scorsi, si aggiunge ai due già accertati: un anziano di Modena è infatti ricoverato in terapia intensiva. Un altro paziente è tutt’ora al Policlinico mentre il terzo è stato dimesso. Proprio ieri intanto si è svolto un incontro di aggiornamento e di confronto tra i rappresentanti delle amministrazioni comunali e l’Azienda Usl di Modena sull’andamento delle arbovirosi, le azioni previste per questa fase, la tutela dei luoghi frequentati da persone fragili e, infine, sui possibili scenari di fronte all’eventuale innalzamento del livello di rischio. Pur mantenendoci ancora nella fase di rischio 2 (probabilità bassamoderata di epidemia di West Nile) con presenza di zanzare infette, la nota richiama l’importanza di applicare le misure previste nel Piano regionale di controllo delle arbovirosi per limitare la presenza di focolai di moltiplicazione delle zanzare, contribuendo così a ridurre il rischio sanitario e per una maggior protezione di anziani e malati cronici. «Oltre all’invito alla protezione dalle punture di zanzare, una corretta gestione degli ambienti è un elemento di tutela a favore di queste categorie di persone. In caso di infezione da virus West Nile, l’età avanzata e la multicronicità, costituiscono un fattore predisponente allo sviluppo di forme neuroinvasive come encefaliti o meningiti, che possono avere complicanze anche mortali». «Per questo, qualora si verificasse un’epidemia – aggiunge il dottor Giovanni Casaletti (foto) – saranno necessari interventi con prodotti adulticidi nei contesti con spazi verdi fruibili e che ospitano persone fragili (anziani o ammalati)».
CronacaWest Nile, anziano in terapia intensiva