GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Voto, Muzzarelli traballa. Il suo nome divide il Pd. Urne aperte a ottobre? Si perde l’effetto-Kamala

Fermento per le Regionali. L’ex sindaco piace più agli alleati che ai Dem. Sfida Ferrari-Costi, l’Appennino punta su Baraccani. Caccia al nome civico . .

Voto, Muzzarelli traballa. Il suo nome divide il Pd. Urne aperte a ottobre? . Si perde l’effetto-Kamala

Gian Carlo Muzzarelli alla Festa dell’Unità di Marzaglia

Non perde occasione di accreditare la sua corsa, si posiziona sui temi, presiede agli eventi. Così da provare a mettere tutti di fronte al fatto compiuto. Ma la candidatura dell’ex sindaco Gian Carlo Muzzarelli alle prossime elezioni Regionali non è così scontata. Il Pd su di lui appare diviso e sembra avere più sostegno tra gli alleati (per lo più centristi), da Azione a Italia viva, passando per + Europa (senza contare che prenderebbe voti anche tra elettori del centrodestra), che tra i Dem. Nella triangolazione tra Roma, Bologna e Modena emerge come ai piani alti del partito il blasone di Muzzarelli, il suo curriculum politico, sia paradossalmente un ostacolo più che un propulsore: "Non è tanto un discorso di ricambio generazionale, che pure è sul tavolo – riflette un quadro del partito –. Se il candidato presidente fosse stato Vincenzo Colla, Gian Carlo sarebbe passato senza problemi. Il punto è che con Michele de Pascale si cerca di dare una sterzata alla classe dirigente locale, un rinnovamento, consiglieri compresi. Muzzarelli ha già fatto l’assessore regionale, è già stato in Regione, che senso avrebbe ripetere questa esperienza?".

Tanto più se l’obiettivo finale, come sembra, è puntare all’assessorato alla Sanità. "L’unica certezza è che uno degli assessori sarà Davide Baruffi, il posto di Modena in giunta è già stato assegnato...". E pazienza se Muzzarelli abbia fornito consigli non richiesti sulla sanità a de Pascale, "prendendo come riferimento – scriveva il 20 agosto sul suo profilo Facebook - il documento che ho presentato in Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria e che è stato approvato all’unanimità dai sindaci".

Nel frattempo, desta preoccupazione l’ipotesi di un anticipo della data delle elezioni a fine ottobre. Tra i potenziali candidati Dem 20 giorni di differenza sono tanti, sia per la campagna elettorale in sé, ma anche per provare a contenere l’astensionismo che nelle due ultime tornate (più nel 2014 che nel 2020) è stato rilevante. Metà novembre tra l’altro piace ai Dem perché potrebbe arrivare all’indomani della vittoria di Kamala Harris negli Stati Uniti, una circostanza che secondo alcuni osservatori locali potrebbe trainare il centrosinistra.

Muzzarelli a parte comunque, è in via di composizione la griglia dei corridori ai nastri di partenza. Sul fronte donne, sembrano ormai certe le candidature di Ludovica Carla Ferrari per la città, Maria Costi per il distretto, Stefania Gasparini per Carpi e Susan Baraccani per l’Appennino. Spunta con intermittenza anche il nome di Giuditta Pini, reduce da una significativa performance alle Europee che ci si aspetta prima o poi farà valere: a quanto pare in questo caso però ventilare la sua candidatura servirebbe più ad alzare la posta in vista di un eventuale incarico nel partito a livello nazionale che a puntellare una candidatura in Regione.

Per quanto concerne gli uomini, stabile Luca Sabatini, possibile contesa tra Paolo Negro e Matteo Silvestri per la Bassa, mentre l’Appennino non dovrebbe presentare candidati maschili perché l’intenzione sarebbe convergere il più possibile su Baraccani. L’unica incognita è legata a uno dei tre criteri indicati dal partito regionale: l’esponente civico. È in corso l’individuazione di una personalità legata all’associazionismo e all’imprenditoria fuori dal perimetro del partito. Ma chi presterà la propria immagine sapendo di avere come competitor Sabatini, Costi e forse Muzzarelli? Quali garanzie in prospettiva chiederà in caso di non elezione?