Modena, 13 novembre 2024 – Carlo Calenda di Azione passeggiando qualche settimana fa tra le bancarelle di Sciocolà ha percepito disinteresse dei cittadini per il voto, Michele de Pascale raccomanda ai militanti prima ancora di votare per lui di spingere la gente ad andare alle urne.
Cresce l’allarme astensionismo tra i candidati, soprattutto nel centrosinistra che teme l’effetto Liguria. Sul voto si agita lo spettro del 2014 quando alle urne per le Regionali vinte da Stefano Bonaccini si presentò solo il 37,7 per cento del corpo elettorale.
Ma dove nasce il timore del centrosinistra verso l’astensione, tanto da far dire a qualcuno che la soglia critica è il 40 per cento? In una recente analisi realizzata da Roberto Biorcio e Paolo Natale pubblicata sulla rivista Il Mulino (numero 1 del 24) emergono, sebbene si tratti di un’indagine di carattere nazionale, alcuni spunti interessanti anche per Modena e l’Emilia Romagna: in primo luogo, fino a pochi anni fa esisteva una correlazione "evidente tra la propensione all’astensionismo e le condizioni economiche e sociali dei cittadini". Si votava di più in pratica tra gli occupati invece che tra i disoccupati, tra i dipendenti del terziario piuttosto che tra gli operai e gli autonomi, fra i laureati che tra i meno scolarizzati. A questo dato, che comunque resta, si è aggiunta una valutazione più politica: dal 2011 al 2022 all’astensionismo ha contribuito anche la mutata configurazione dei partiti italiani. L’unico argine è stato il Movimento 5 stelle fino a quando è riuscito a drenare il malcontento. Negli ultimi anni invece è venuta meno anche questa diga e l’astensionismo è cresciuto sensibilmente. Tra chi non va a votare, infatti, "il M5s è il partito che in non pochi casi è indicato come più vicino".
Il quadro è ulteriormente cambiato dal 2022. Il centrodestra si è compattato e ha vinto, il centrosinistra non sempre invece è riuscito a convergere su politiche condivise e questo ha indotto in "una parte non trascurabile del loro potenziale elettorato" a non recarsi alle urne, "ritenendo probabile la vittoria del centrodestra". Negli ultimi quattro-cinque anni, secondo il Mulino, "l’astensionismo non favorisce più il centrosinistra". Meno gli elettori vanno a votare, più il centrodestra risulta vincente. Naturalmente questo vale nelle regioni dove il risultato è storicamente più in bilico, come è stata appunto la Liguria. Ma è chiaro che può essere un campanello d’allarme per il centrosinistra anche altrove.
Inoltre, prosegue l’analisi, "la pratica del non voto si è estesa anche alle aree sociali in cui era molto meno frequente: gli elettori più istruiti, con maggiori risorse economiche e che ricoprono ruoli professionali più importanti". E ha coinvolto, a differenza del passato, "anche le aree elettorali dei cittadini che prestano più attenzione alla politica".
Intanto Domenica e lunedì sono 141mila e 524 i cittadini modenesi aventi diritto al voto. Di questi 68mila e 309 sono maschi e 73mila e 215 femmine. Tutte le informazioni sono su https://www.comune.modena.it/argomenti/elezioni.