REDAZIONE MODENA

Volontari in azione: assistenza ai senza fissa dimora durante l'inverno

I volontari offrono supporto e generi di prima necessità ai senza fissa dimora, creando legami e storie di solidarietà.

Volontari in prima linea. Tra storie e solidarietà

I volontari offrono supporto e generi di prima necessità ai senza fissa dimora, creando legami e storie di solidarietà.

Soltanto lo scorso inverno sono state in tutto 150 le persone temporaneamente accolte, mentre furono 131 nell’inverno precedente. Ben 156 invece nel 2021-2022, e 29 l’anno ancora prima. Numeri sì, ma che nascondono nomi, storie, anime, persone. Persone con cui i volontari dialogano ogni sera, per distribuire generi di prima necessità o per fornire loro informazioni sui presidi a cui rivolgersi in caso di bisogno.

"La situazione è sotto controllo e costantemente monitorata dall’Uds professionale di giorno. Di notte invece, su tappe prestabilite, noi volontari andiamo a ’mappare’ e visualizzare com’è la situazione di chi ha scelto di non essere accolto all’interno di una struttura chiusa – spiega Di Rosa, volontario del gruppo comunale di protezione civile –. Spesso a noi chiedono anche soltanto di scambiare una chiacchierata, un pensiero, uno sfogo o condividere un momento di conforto. Noi portiamo generi alimentari o coperte, ma anche ascolto: creiamo con loro un rapporto. Spesso stanziano in anfratti di centri commerciali oppure sotto i grandi palazzi".

"Noi come gruppo comunale – continua – usciamo il venerdì (ogni associazione esce infatti uno o due giorni a settimana). La squadra è composta generalmente da cinque volontari, ma sono molti di più quelli disposti ogni volta a farlo: è davvero un servizio molto sentito".

E tante sono le storie che gli stessi volontari conservano nel cuore. "Ricordo un uomo, senza fissa dimora, che abbiamo incontrato in strada mentre era intento a disegnare: era dotato di una grande capacità artistica – ricorda la volontaria della Croce Rossa, Emma Pozzi – è impossibile ancora oggi dimenticare il suo sguardo nel momento in cui ci siamo avvicinati e gli abbiamo chiesto se gli servisse del materiale: era più contento di un bambino nel giorno di Natale. Ci ha anche fatto un disegno che ancora oggi conserviamo in sede". Ma non solo. "Io ricordo invece un giovanissimo, arrivato dal Nord Africa – aggiunge Di Rosa – che viveva in stazione. La situazione all’inizio era preoccupante, ma per fortuna è stato convinto a intraprendere un percorso di disintossicazione e non si è lasciato andare".

g. d. c.