Silvia Saracino; L’ex as
Cronaca

«Voleva favorire un bar»: Morelli a processo

L’ex vicesindaco è stato rinviato a giudizio per tentata concussione, l’unica accusa rimasta in piedi della maxi indagine sugli appalti

di Silvia Saracino

L’ex assessore e vice sindaco Simone Morelli sarà processato per tentata concussione: avrebbe abusato del proprio ruolo istituzionale per favorire la titolare di un bar in piazza Martiri che voleva costruire il dehors.

Questa l’accusa per cui Morelli è stato indagato dai carabinieri di Carpi e ora sarà processato: ieri mattina il giudice del tribunale di Modena Eleonora Pirillo l’ha rinviato a giudizio, prima udienza il 30 aprile.

Il Comune, rappresentato dall’avvocato Luca Scaglione ieri in aula, si costituirà parte civile per tutelare «il buon operato e l’imparzialità dell’amministrazione», spiega il legale.

Morelli è l’unico indagato che finisce a processo nell’ambito dell’ampia inchiesta ’Mangiafuoco’, condotta dai carabinieri di Carpi, che inizialmente ipotizzava una ventina di indagati tra funzionari pubblici, imprenditori, era finito in mezzo anche l’ex vescovo Francesco Cavina la cui posizione è stata completamente archiviata.

I carabinieri ipotizzavano un sistema di potere che partiva proprio da Morelli e si diramava in vari settori attraverso presunti favoritismi negli appalti: al termine delle indagini le accuse negli appalti pubblici sono crollate, l’unica accusa rimasta in piedi è quella della tentata concussione.

A finire a processo sarà dunque solo il presunto Mangiafuoco, Morelli.

Un altro filone di indagine riguarda la tentata diffamazione contro il sindaco Bellelli per cui sono indagati Morelli e il militante della Lega Nord Stefano Soranna ma l’inchiesta non si è ancora chiusa.

Torniamo al tentativo di concussione, ovvero il comportamento di un pubblico ufficiale che persegue un interesse privato abusando della sua funzione.

L’interesse privato dell’ex assessore avrebbe avuto origine in un bar all’angolo tra piazza Martiri e corso Fanti.

Era la primavera del 2017, il bar aveva da poco cambiato gestione e la titolare voleva realizzare un dehors davanti al portico in piazza. Secondo il regolamento comunale, allora vigente, l’imprenditrice doveva avere il consenso dei negozi vicini, una profumeria e una farmacia, per poter installare il plateatico che sarebbe finito in parte davanti alle loro vetrine (perché esattamente davanti al bar c’è il chiosco dell’edicola).

Le due vicine, però, non ne volevano sapere. A quel punto Morelli, assessore che aveva in mano tutta la gestione pubblica del commercio in centro storico, avrebbe fatto pressioni sulle due, in particolare sulla titolare della profumeria, Rita Frigieri, per indurle a dare il consenso al bar.

«Rita confido nel tuo buon gusto...» ,avrebbe esordito l’ex assessore così come riferì la negoziante ai carabinieri.

Morelli ricordò a Frigieri che la regola dell’autorizzazione da parte del negozio ’oscurato’ dal dehors confinante l’aveva inserita lui stesso: e quindi, le avrebbe detto, lui stesso aveva il potere di toglierla. Il messaggio percepito dalla negoziante era chiaro: se non dai l’autorizzazione faccio cambiare il regolamento.

«Ho raccontato come sono andate le cose – ribadisce oggi la negoziante – se verrò chiamata a testimoniare in tribunale ovviamente andrò».

Frigieri e la titolare della farmacia non cedettero alle presunte pressioni ed è per questo che l’accusa parla di concussione solo ’tentata’.

Dopo un anno, nell’estate 2018, il regolamento comunale venne effettivamente modificato e la regola dell’autorizzazione venne tolta. In quei mesi iniziò l’indagine dei carabinieri e le due negozianti, presunte vittime, vennero sentite in caserma.