REDAZIONE MODENA

Violenza sessuale su una paziente. Lo pneumologo Richeldi a processo: "Fatto grave, no al patteggiamento"

Gli abusi contestati risalgono a una visita del 2022 al Gemelli di Roma, dove ricopre il ruolo di primario. La difesa dell’imputato: "Ferma presa di distanza rispetto alle circostanze contestate. No a processi mediatici" .

Lo pneumologo Luca Richeldi

Lo pneumologo Luca Richeldi

"I comportamenti abusivi della sfera sessuale contestati all’imputato si sono ripetuti in due momenti: inizialmente sul divano, dove vi è stato il primo palpeggiamento ed il bacio, poi mentre la parte offesa si avviava verso l’uscita. E va sottolineato il rapporto medico/paziente e l’affidamento fiduciario esistente".

E’ con queste motivazioni che è stata rigettata la richiesta di patteggiamento avanzata dalla difesa del modenese Luca Richeldi, primario di pneumologia del Policlinico Gemelli di Roma, accusato di violenza sessuale aggravata ai danni di una paziente. Ieri il professore è stato quindi rinviato a giudizio: l’udienza è prevista per il prossimo tre giugno. "Questa vicenda conferma la necessità che le donne denuncino tempestivamente ogni forma di violenza di cui sono vittime, senza aver timore di non essere credute o giudicate. Tale atteggiamento è solo un retaggio culturale che dobbiamo tutti con forza combattere, se vogliamo sconfiggere la violenza di genere" dichiara il legale della parte offesa, avvocata Ilenia Guerrieri. I fatti contestati sarebbero avvenuti il 13 aprile del 2022, in occasione di una visita pneumologica.

Secondo le accuse, il professore, mentre si trovava sul divano con la paziente, le si sarebbe buttato addosso e, dopo averla palpeggiata, l’avrebbe baciata. Una volta che la donna sarebbe riuscita a divincolarsi, cercando di guadagnare l’uscita l’imputato l’avrebbe raggiunta dalle spalle e abbracciata stringendole il seno. A settembre la difesa di Richeldi, col consenso del pm aveva chiesto nuovamente un patteggiamento a 11 mesi e 10 giorni di reclusione. La parte civile aveva evidenziato la non congruità della pena proposta e il giudice ha ‘sposato’ quest’ultima tesi, sottolineando che "non appare congrua in considerazione della complessiva gravità del fatto sia per le condotte abusive contestate, sia per la posizione di garanzia ricoperta dall’imputato, a cui la donna si era affidata per ragioni di cura". Secondo il giudice, quindi, non è motivata la richiesta, da parte della difesa della prevalenza delle attenuanti rispetto all’aggravante contestata all’imputato; spiegando poi – come in un caso analogo – quell’imputato avesse ottenuto le attenuanti avendo ammesso l’errore e chiesto scusa. "Mi pare si sia deciso di dare a questa vicenda per via mediatica una dimensione diversa da quella che le è propria sul piano giudiziario. Non a caso, molti dimenticano che la richiesta di patteggiamento aveva trovato la piena condivisione da parte della Procura, che aveva manifestato incondizionato consenso dapprima alla richiesta scritta e poi in udienza, peraltro per il tramite di magistrati diversi, i quali hanno tutti espressamente condiviso la congruità della proposta: evidentemente essa non era così stravagante come molti si affannano ad affermare – afferma l’avvocato dell’imputato, Carlo Bonzano –. La stravaganza, viceversa, mi pare si annidi nel sottolineare come non vi sia stata assunzione di responsabilità e conseguentemente non siano state formalizzate delle scuse: peccato che il patteggiamento sia stato concepito senza alcuna ammissione di responsabilità, sicché – peraltro in spregio alla presunzione di innocenza – si pretende qualcosa che è incompatibile con la legge prima ancora che con la ferma presa di distanza da parte del prof Richeldi rispetto ai fatti addebitatigli. Per parte nostra, quindi, non possiamo fare altro che prendere atto della conclusione della fase dell’udienza preliminare e prepararci finalmente alla celebrazione del processo davanti al tribunale, nella certezza – fa sapere l’avvocato – che in quella sede potrà esserci un contraddittorio serio e rigoroso ed il fatto sarà giudicato nella sua obiettività. Sta di fatto che vi è un unico dato certo ed inconfutabile: il giudizio deve ancora iniziare, inizierà il 3 giugno 2025. Almeno per quanti credono nella giustizia, è davvero troppo presto per pronunciare condanne mediatiche".

Valentina Reggiani