
Padre Giuliano Stenico (Ceis di Modena)
Era stato ospite al Ceis, nella comunità Atlante, da settembre a inizio febbraio. La sua situazione psicologica, però, era troppo ‘complessa’ per essere gestita in un Centro di prima accoglienza, quindi era stato accolto da uno zio. Il ‘tentativo’ di convivenza con il parente, però, era fallito dopo pochi giorni sempre per le citate problematiche del minore che i Servizi sociali avevano a quel punto spostato all’interno della comunità ’Orione 80’, a Tabina di Magreta. La sua ‘situazione’ era quindi ‘nota’. L’epilogo, terribile, è altrettanto noto: martedì mattina è uscito dalla comunità in bicicletta, ha aggredito sessualmente una donna di 65enne, l’ha massacrata di botte fin quasi a strozzarla con lo scaldacollo, se non fosse stato per il provvidenziale intervento dei passanti. Poteva essere fermato prima? A questo risponderà eventualmente la giustizia. Sulla violenza di Tabina – e sul conseguente arresto del 17enne tunisino per i reati di tentato omicidio, violenza sessuale, rapina pluriaggravati da parte dei carabinieri di Sassuolo – abbiamo sentito il Fondatore e presidente del Ceis di Modena Padre Giuliano Stenico. "Il 17enne è stato ospite della nostra comunità; avevamo notato aspetti psicologici, parlava da solo ma non era mai stato aggressivo – spiega Padre Stenico –. Avevamo avvisato della situazione i Servizi sociali e chiesto che fosse inserito in un percorso psicologico e legato alle dipendenze. Poi un parente si era offerto di ospitarlo a casa ma, vista la complessità della situazione, si era poco dopo tirato indietro. Poi è stato ‘attributo’ all’altra comunità. C’erano evidenti segnali e c’eravamo subito mobilitati per avvisare i Servizi di salute mentale e delle tossicodipendenze – ribadisce Padre Stenico –. Teniamo presente che la percentuale di questi ragazzi con problemi di natura psicologica è alta e nei ‘nostri’ ragazzi il suicidio è la terza causa di morte. I minori che provengono dalla Tunisia – spiega ancora Padre Stenico – sono i più complessi da gestire. Fanno vita di strada, hanno storie sociali e familiari difficili ed è chiaro che per loro sono necessari interventi diversi. Noi abbiamo bisogno di maggiori proposte educative e di intervento. Seppur non se ne parli – conclude Padre Stenico – ci sono tante storie di successo, di recupero e per questo stiamo cercando di affinare il rapporto tra i Servizi e le forze dell’ordine: una task force.
Sull’ "affidamento" del minore alla comunità di Tabina l’amministrazione specifica che: "L’affidamento dei minori alle comunità avviene seguendo una procedura che tiene conto della situazione del minore e delle sue esigenze di tutela. E’ in base a queste esigenze, infatti, che vengono selezionate, da un apposito albo, le comunità più idonee a ciascun caso, che si possono trovare tanto sul territorio comunale che fuori. L’affidamento viene formalizzato solo dopo un’attenta valutazione della situazione da parte della Comunità che si è resa disponibile ad accogliere il minore, a cui viene fornita tutta la documentazione relativa alla sua situazione socio-sanitaria e che partecipa ad appositi colloqui di approfondimento. Questa è la procedura che i Servizi sociali di Modena hanno seguito per affidare il minore alla comunità di Magreta".