È iniziato ieri in tribunale a Modena il processo nei confronti dei quattro operatori della polizia locale di Sassuolo, due agenti e due assistenti, rinviati a giudizio per il reato di tortura dopo una presunta aggressione ai danni un 41enne marocchino di Viano, nel reggiano, avvenuta al Pronto soccorso dell’ospedale . I fatti risalgono alla sera del 15 ottobre di due anni fa quando l’uomo, soccorso dalla Croce Rossa in via Regina Pacis, era stato trasferito all’ospedale in stato confusionale. Ieri i legali di due degli imputati hanno chiesto il rito abbreviato, condizionato a sentire un medico e un’infermiera del PS di Sassuolo. Inoltre è stata chiesta da parte delle difese l’esclusione dal processo della parte civile. Il collegio scioglierà la riserva il 18 ottobre prossimo.
Secondo la Procura, l’intervento dei quattro agenti della polizia locale di Sassuolo quella sera non era stato richiesto da nessun operatore sanitario in servizio al Pronto Soccorso, essendosi gli stessi presentati di loro iniziativa presso la struttura ospedaliera. In base a quanto ricostruito dai carabinieri a seguito della denuncia presentata dal Direttore generale dell’Ospedale dí Sassuolo, su segnalazione inoltrata dal primario responsabile del Pronto Soccorso, i quattro avrebbero aggredito il paziente, che era adagiato su una barella, in stato confusionale e in condizioni quindi di minorata difesa, (per una crisi ipoglicemica), incastrando le braccia dell’uomo nelle sponde laterali della barella. A febbraio il giudice Malvasi ha rinviati a giudizio gli operatori per il reato di tortura. (Per due di loro l’accusa è anche di falso ideologico per aver redatto una relazione di servizio falsa). Gli avvocati avevano chiesto il non luogo a procedere.
Valentina Reggiani