
In questo periodo la castagna è regina in Appennino. E’ balzata agli onori della cronaca a seguito dell’ordinanza del sindaco di Montecreto tesa a salvaguardare piante ultracentenarie da chi, per impossessarsi del frutto, compie atti vandalici, ed è festeggiata in tanti paesi. Soltanto questa domenica c’è la sagra a Zocca, a Pavullo, a Maserno di Montese, a Riccò di Serramazzoni e forse in altri luoghi. La Provincia, ieri, ha diffuso un comunicato nel quale ricorda che raccogliere le castagne in fondi privati, di cui non si è proprietari, equivale a un furto, punito dal codice penale, con diverse gradualità, a seconda della gravità del caso, che va dalla multa a partire da 154 euro fino a un anno di reclusione. Anche se il fenomeno dei furti di castagne è ridottissimo rispetto a molti decenni fa, è giusto essere a conoscenza delle conseguenze che possono esserci anche per chi ne raccoglie alcune decine in una proprietà non sua.
«Occorre tenere sempre presente – sottolinea Fabio Leonelli, comandante della Polizia provinciale – che raccogliere castagne in un fondo privato è un reato, anche se non ci sono appositi cartelli di segnalazione della proprietà. Spetta al raccoglitore informarsi sulla proprietà privata, comunale o demaniale dei terreni». La Polizia provinciale raccomanda ai proprietari dei castagneti di installare l’apposita segnaletica «Proprietà privata divieto di raccolta castagne art. 624 e 625 del codice penale e articolo 2043 del codice civile».
w. b.