È stato completato in tempo per Anno Santo, che si celebrerà nel 2025, l’itinerario della Via Romea Imperiale, 40 tappe da Trento a Roma, 1207 chilometri, compresi quasi 300 tra varianti e collegamenti, attraverso sette regioni e 99 comuni. Percorribile a piedi e in mountain bike, è stata ideata ed è gestita dall’associazione di volontari La Via Romea Imperiale, con sede a Pavullo, presidente il pavullese Dario Bondi. È una delle principali rotte viarie utilizzate anticamente e ai giorni nostri, organizzata in tre aree geografiche. Quella emiliana si sviluppa quasi interamente nella provincia di Modena, salvo l’inizio in provincia di Mantova oltre a un breve sconfinamento nel reggiano, a Rubiera. Diversi gli itinerari proposti nel modenese, a iniziare da Rovereto in comune di Novi, dove si staccano due varianti che si ricongiungono a Pavullo, dopo aver attraversato Modena e Maranello l’una, e Carpi e Sassuolo l’altra. Altra biforcazione è a pochi chilometri a sud di Pavullo che consente di risalire su entrambi i versanti la Valle dello Scoltenna. La sezione modenese si conclude a pochi chilometri dal Passo dell’Abetone, sul crinale tosco-emiliano che offre varietà paesaggistica notevole, con fiumi e laghi, montagne e foreste, pievi, borghi (alcuni ormai disabitati) che fanno rivivere leggende e antiche atmosfere. "La nostra provincia ha finalmente un percorso dedicato a pellegrini ed escursionisti, a piedi e in bici (in tutta la regione sono solo tre) che consente di arrivare fino alla Basilica di San Pietro, senza cambiare cammino – annuncia Dario Bondi –. La Via Romea Imperiale è ben nota nel panorama dei lunghi cammini italiani, tanto che ha avuto diversi riconoscimenti da istituzioni religiose, pubbliche e private. Fra i quali quelli dal ministero del Turismo come cammino di interesse religioso, dalla Regione, dalla Provincia ed è annoverata fra i fondatori di Feder-cammini aderisce alla Associazione Ad Limina Petri, emanazione della CEI". L’ultimo lavoro su questa strada dei pellegrini, completato a fine agosto, ha riguardato la tracciatura definitiva e la segnatura del tratto Arezzo – Roma.
Walter Bellisi