MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Via alla causa di beatificazione. Don Francesco, il prete di Fossoli. Ammazzato perché aiutava tutti

Fu al fianco di ebrei e prigionieri politici, poi dei fascisti rinchiusi nel medesimo campo. Lo vennero a prendere nel 1946: "C’è un moribondo da assistere". E lui seguì il suo carnefice

Don Francesco Venturelli, nato a Ganaceto di Modena nel 1887 e assassinato a Fossoli il 15 gennaio 1946. A destra in alto, il cippo sul luogo dell’omicidio

Don Francesco Venturelli, nato a Ganaceto di Modena nel 1887 e assassinato a Fossoli il 15 gennaio 1946. A destra in alto, il cippo sul luogo dell’omicidio

Modena, 18 febbraio 2025 – "Chi fossero l’assassino, il mandante e il movente non fu mai accertato. Ma il martirio lo fa non l’intenzione di chi uccide, ma quella di chi muore per Cristo". Con queste parole, nel 2021, don Carlo Truzzi, componente del Gruppo Scintilla di Carpi (Modena), si riferiva a don Francesco Venturelli, assassinato la notte del 15 gennaio 1946 a Fossoli di Carpi, dopo essere stato chiamato fuori dalla chiesa con un tranello. A quasi 80 anni dal tragico evento, rimasto impunito, la storia di don Venturelli, prete coraggioso e sempre dalla parte dei più fragili a prescindere dal colore politico, pur nella piena consapevolezza di rischiare la vita, torna fortemente attuale. Ieri, il vescovo di Carpi monsignor Erio Castellucci, "preso atto della documentazione biografica e storica attestante i tratti di santità nell’esercizio del ministero sacerdotale - afferma la Diocesi - ha ritenuto che sussistano le condizioni per l’avvio della Causa di Beatificazione del sacerdote".

Una notizia molto attesa e accolta con grande gioia dalla comunità e che giunge a compimento di un lungo percorso e di molteplici iniziative che, in particolare nel corso degli ultimi anni, hanno portato alla valorizzazione della figura e del sacrificio del sacerdote carpigiano, assassinato a guerra finita, quando, incurante del pericolo, non ha esitato a compiere il suo ministero per assistere un (ipotetico) moribondo. Nato nel 1887 a Ganaceto di Modena, ordinato sacerdote nel 1913 a Carpi, è stato poi inviato in parrocchia a Mirandola dove ha introdotto l’associazionismo degli Scout. Nel 1935 è stato nominato parroco a Fossoli: oltre ai parrocchiani, ha prestato assistenza spirituale pressoché quotidiana al Campo di Fossoli dal luglio 1942 fino alla morte. Ha aiutato tutti: prima i prigionieri britannici, poi gli oppositori politici della Repubblica Sociale, passando per gli ebrei, infine i fascisti, civili e militari catturati a seguito della caduta del fascismo. Portava i farmaci, smistava la corrispondenza tra i reclusi e i familiari.

Il Cappellano prima fu ‘avvisato’ con atti ostili, come il taglio delle gomme della bicicletta, critiche sui giornali di partito e una lettera minatoria. Come ha raccontato Olinto Lugli, a quei tempi un suo chierichetto, a fine novembre 1945, in chiesa si rivolse così a suoi ‘ragazzi’: "Vi confido un segreto: voglio rimanere qui a Fossoli per sempre. Quando verrò a mancare ricordate che io desidero essere sepolto qui, nel cimitero di Fossoli, per terra, dietro l’abside, sotto la nicchia della Madonna: vicino a lei sarò felice. Viviamo in tempi difficili, ma uniti alla Madonna siamo sicuri della salvezza".

Un presentimento che ha trovato conferma dopo due mesi, quando uno sconosciuto ha bussato insistentemente alla porta della canonica, dicendo che un automobilista, ridotto in fin di vita per un incidente stradale, voleva un prete per l’estrema unzione. La sorella non ha creduto a quell’uomo e ha sconsigliato il fratello di andare. Ma don Francesco è un uomo del Signore: ha preso l’Olio Santo, si è buttato il mantello sulle spalle e si è incamminato con lo sconosciuto che, dopo una ventina di metri ha esploso un colpo di pistola alla tempia destra e poi un secondo colpo alla schiena di don Venturelli che ed è caduto sulla neve.

"Oggi è una bellissima giornata – commenta Maria Teresa Tognoni di Rolo (Reggio Emilia), parente di don Venturelli –. Mia sorella e io siamo cresciute con il ‘mito’ di don Francesco: la nostra mamma Luisa accompagnava spesso la zia (che aveva sposato Antonio Venturelli, il fratello del sacerdote) in bicicletta da Rolo a Fossoli, per andare a salutare lo zio Francesco, ‘burbero’ a prima vista forse, ma in realtà dolcissimo. Mamma sarebbe così felice di questa notizia". Nel 2006 gli è stata conferita la Medaglia d’oro al Merito Civile; nel 2021, nel 75° anniversario della morte, il Gruppo Scintilla ha presentato al vescovo Castellucci l’esito di una petizione, sottoscritta da centinaia di diocesani, per chiedere l’avvio della Causa di Beatificazione ed infine il 18 gennaio scorso, per iniziativa del Gruppo Scintilla e della Diocesi di Carpi, è stato inaugurato a Fossoli, sul luogo dell’assassinio, un cippo a ricordo del sacrificio eroico di don Venturelli.