L’invio della foto di Alessandro ritoccata con photoshop per dimostrare ai genitori che il ragazzo è in mano ai narcotrafficanti messicani. Più si scende nei dettagli della truffa – ma sarebbe più corretto chiamarla estorsione – organizzata alla famiglia Venturelli più si resta sgomenti. Nella maratona di giovedì sul blog @conoscere di Michele Belfiore il papà di Alessandro, Roberto Venturelli, è tornato sul raggiro di cui è stato vittima assieme alla moglie Roberta Carassai nei giorni scorsi. Una donna diventata ‘amica’ di famiglia ha riferito loro di essere in contatto con una persona che sapeva che il 22enne ‘lavorava’ in un laboratorio per il cartello messicano di Naucalpan. I genitori avrebbero dovuto versare 500 euro per parlare col figlio in videochiamata e poi, qualora si fosse trattato davvero di Alessandro, avrebbero dovuto pagare altri 3mila euro per ‘liberarlo’. L’estorsione è riuscita in parte, i 500 euro sono partiti, ma non è arrivata nessuna videochiamata. In compenso sul cellulare della mamma è giunta una foto che ritrae il ragazzo deperito e coi capelli rasati in un letto di ospedale. "In quel momento mi si è raggelato il sangue", ha detto Roberta. Anche se poi la polizia ha spiegato che si trattava di un fotomontaggio. "Atto vergognoso", ha detto papà Roberto.
g.a.