
I medici della struttura sanitaria e le istituzioni sassolesi
A vent’anni, è il momento di guardarsi alle spalle e fare un bilancio dei risultati ottenuti. E, questo, è esattamente ciò che ha fatto l’ospedale di Sassuolo, arrivato a spegnere venti candeline due mesi or sono. Dal 29 gennaio 2005 a oggi, il nosocomio ha attraversato due decenni influenzato - come, d’altronde, ognuno di noi - dalle rapide scoperte della medicina moderna: la mostra "Vent’anni di Ospedale, gli strumenti di cura" racconta, infatti, l’evoluzione della struttura sanitaria sassolese. Una storia, iniziata con la fusione tra il vecchio ospedale e il complesso privato, che prosegue tutt’oggi, con metodi e strumentazioni assai più avveniristiche, senza dimenticare l’operato dei precursori.
Negli ultimi vent’anni, come confermano i medici dell’ospedale di Sassuolo, il progresso delle scienze mediche ha avuto conseguenze e benefici concreti, mutando i metodi di approccio ai pazienti e il lavoro degli stessi infermieri. Sono, così, diminuiti i rischi e parallelamente è stata perfezionata l’efficacia di numerosi trattamenti.
"La mostra - commenta Stefano Reggiani, direttore generale della struttura sanitaria sassolese - si inserisce nelle celebrazioni del ventennale dell’ospedale e, seppur piccola, narra nel cuore dell’edificio ciò che è stata per decenni la tecnica a Sassuolo. Gli attrezzi che sono qui esposti sono ‘regali’ di medici che hanno collaborato con l’ospedale per anni, i quali hanno voluto dare un segnale al pubblico di quanto la medicina sia cambiata in positivo, rapportando gli esordi degli strumenti medici ai giorni nostri.
Probabilmente - prosegue Reggiani - disporre di tecnologie sofisticate, da un lato aumenta la sicurezza e il benessere collettivo, dall’altro allontana un po’ il paziente dal medico. Mostrando quello che all’epoca era il diretto rapporto tra curato e curante, quando si usavano attrezzi pressoché primitivi, è incredibile pensare ai passi da giganti che sono stati fatti in tempi così ristretti. Nel settore cardiovascolare e nella diagnostica per immagini, in particolare, le tecnologie proseguono a vista d’occhio. Detto ciò, dobbiamo pensare anche all’impatto che avrà l’Intelligenza Artificiale: è una grande possibilità che dovremo esplorare, a servizio della comunità, eppure sono convinto che non dovrà mai sostituire il contatto umano, imperante in ogni campo della medicina".
Gabriele Arcuri