Nell’ottobre del 1967, quattro mesi dopo la morte di don Lorenzo Milani, Pier Paolo Pasolini venne invitato a tenere una conferenza su "La cultura contadina della scuola di Barbiana". Il celebre poeta e intellettuale dedicò il suo intervento soprattutto a un’analisi della "Lettera a una professoressa" che – disse – gli era sembrato "un libro straordinario, anche per ragioni letterarie". Nel testo di don Milani, PPP aveva individuato anche una meravigliosa definizione della letteratura: "La poesia sarebbe un odio che una volta approfondito e chiarito diventa amore". Più volte, nel suo percorso di riflessione e di ricerca, Pasolini ha incrociato la questione pedagogica con parole importanti, profonde, pesanti che saranno al centro della serata "Come devi immaginarmi", con cui Ert accompagna il Festival Filosofia: domani sera alle 20.30 al teatro Storchi (con ingresso gratuito) Valter Malosti, attore e regista, direttore di Ert, dialogherà con lo psicanalista e saggista Massimo Recalcati per affrontare "Lingua e pedagogia da don Milani a Pasolini e ritorno", sulle note di Bach suonate dal vivo dal violoncellista Lamberto Curtoni.
La pedagogia – spiegano i promotori – è stata "quasi un’ossessione che ha informato l’intera attività di Pasolini, dalla scuoletta di Versuta, creata all’indomani della guerra, fino alle lettere a Gennariello, poco prima della morte, in cui emerge l’assillo per la perdita e la necessità di tenere in vita la memoria e la tradizione". Durante la serata allo Storchi verranno letti alcuni scritti di Pasolini, fra cui appunto "La cultura contadina della scuola di Barbiana", le "Lettere Luterane" e alcune poesie, a partire dalla famosa "Il Pci ai giovani!", pubblicata nel 1968, dopo gli scontri di Valle Giulia fra gli studenti che avevano occupato la facoltà di Architettura della Sapienza di Roma e i poliziotti inviati a sgomberare gli occupanti.
Questo appuntamento è anche l’atto conclusivo di "Come devi immaginarmi", il progetto dedicato a Pasolini, nel centenario della nascita, che Valter Malosti ha ideato insieme al critico d’arte, scrittore e accademico Giovanni Agosti. Già lo scorso anno è stato portato in scena l’intero corpus dei testi teatrali di PPP, così come la sceneggiatura de "Il padre selvaggio", il film mai realizzato, coinvolgendo molti artisti, soprattutto giovani. "È lo sguardo di una nuova gioventù – sottolinea sottolinea Malosti – a fornire una risposta all’attualità inesausta di una lezione etica e politica che ha segnato più di una generazione".
s. m.