Finale Emilia (Modena), 18 agosto 2024 – Sulla bara anthurium e rose bianche e il cappello degli Alpini. In Duomo e sul sagrato centinaia di persone: tanti giovani, compagni di serate allegre, appassionati motociclisti. L’ultimo viaggio di Stefano Fregni, detto ‘Mosto’, è stato come il grande, enorme abbraccio di tutta la cittadina a lui e alla sua famiglia. Stefano, 56 anni, è venuto a mancare nel pomeriggio di martedì in un tragico incidente a Copparo, nel Ferrarese: è uscito di strada in moto, mentre stava rientrando dai Lidi, dove aveva trascorso la mattinata con gli amici.
"Non avremmo mai voluto interrompere questo momento di bella stagione con la notizia della morte di Stefano", ha esordito don Daniele Bernabei, parroco di Finale, che ha celebrato il rito funebre insieme a don Luca Fioratti, finalese, parroco di Vignola. Il brano del Vangelo, con il racconto della morte di Cristo, è stato lo spunto per le riflessioni dell’omelia. Quando Gesù venne crocifisso sul Golgota – rievoca l’evangelista – "si fece buio su tutta la terra". "Il buio può arrivare anche nei momenti di maggiore spensieratezza – ha ricordato don Daniele –. Di fronte a questo buio, anche noi potremmo gridare, come Gesù, ‘Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?’ Potremmo chiederci perché ci capiti tutto questo. Come il velo del tempio, sembra che si squarcino anche le nostre certezze e la nostra fede". In realtà – ha aggiunto il parroco – "Gesù con la sua morte ha vinto la nostra morte e ci ha promesso che la nostra vita non sarà un ‘no’ o un ‘forse’, ma sarà sempre un ‘sì’, perché c’è Lui". Dunque, "non c’è uomo o persona che ci possa consolare se non Lui, il figlio di Dio. E nel piano di Dio ci ritroveremo tutti".
A Finale la notizia della scomparsa di ‘Mosto’ ha suscitato profonda commozione. Tutti lo conoscevano (per un periodo era stato anche ristoratore) così come conoscono i suoi familiari, il papà Antonio che con la moglie Elena, scomparsa pochi anni fa, ha condotto un rinomato negozio di abbigliamento, i fratelli Letizia, Franco, Roberto, una famiglia che davvero fa parte della storia del paese. E a loro, ieri, si sono stretti in tanti, a partire dalle penne nere dell’Ana che durante la cerimonia (accompagnata dal coro Erga Omnes, diretto dal maestro Lorenzo Fioratti) hanno attorniato il feretro del loro commilitone con un picchetto d’onore, declamando anche la preghiera dell’Alpino. All’uscita dal Duomo, dopo la benedizione finale, a lungo la bara ha sostato sul sagrato, come per un ultimo sguardo. E dalla folla si è staccato un ragazzo che vi ha posato una maglietta gialla, quella dei Tori del Seminario, la cerchia di Finalestense a cui ‘Mosto’ aveva dedicato energia e passione. Era amico di tutti. E resterà nel cuore di tutti.
Stefano Marchetti