STEFANO MARCHETTI
Cronaca

"Un momento speciale che ognuno di noi aveva fretta di vivere"

Dopo dodici anni di chiusura, il Duomo di Finale riapre al culto, simbolo di rinascita per la comunità. Emozioni e ricordi si intrecciano in un momento atteso e speciale.

"Un momento speciale che ognuno di noi aveva fretta di vivere"

"Un momento speciale che ognuno di noi aveva fretta di vivere"

Era notte, quella notte indimenticabile del 20 maggio, quando corremmo fuori dalle nostre case. Con il cuore in gola, la paura nelle vene. Era l’alba di quella domenica, quando a Finale corremmo a ‘cercare’ il paese: volevamo renderci conto di cosa fosse successo, capivamo già che quella notte avrebbe cambiato (forse per sempre) la nostra vita. E arrivammo davanti al Duomo: la facciata era squarciata, le pietre avevano invaso tutta la strada, la croce era crollata a terra. Furono dolore, lacrime. Sono stati giorni, mesi e anni difficili, e ne portiamo ancora addosso le ferite.

Ma ora, finalmente, dopo dodici anni, si riaccende una luce. Domenica 26 maggio il nostro amatissimo Duomo riaprirà al culto: un momento molto atteso e desiderato che non vedevamo l’ora di raggiungere. Sarà una giornata di festa, incastonata in una serie di appuntamenti e di iniziative. E ci piace salutare la rinascita come un momento speciale, che ognuno di noi tiene nel cuore, e che non vedeva l’ora di vivere. Osservare le fotografie di allora e metterle a confronto con la luce, il colore, la gioia e la meraviglia ritrovate di oggi è addirittura commovente. Ciascuno di noi a Finale custodisce memorie della sua vita in cui compare il Duomo: una festa, una cerimonia, la Cresima o il matrimonio, una nascita o un addio.

Chi ha qualche anno sulle spalle dunque rivedrà un luogo del cuore, legandovi il ricordo delle persone più care: il papà che ti ha tenuto in braccio il giorno del battesimo, la mamma con cui accendevi una candela alla Madonna delle Grazie, i sacerdoti (come don Ettore, indimenticabile parroco) che ti hanno detto una parola buona o hanno pregato insieme a te. I ragazzi più giovani invece scopriranno il Duomo per la prima volta e speriamo lo conoscano, lo custodiscano e gli vogliano bene per consegnarlo anche alle generazioni future. In tutto questo – una volta di più – potremo capire come il Duomo, con la sua storia e i suoi tesori, sia una Casa di Dio, ma anche una Casa dell’Uomo. Anzi, D’Uomo.