REDAZIONE MODENA

Un amore tossico ai tempi della caduta del muro di Berlino

’Kairos’ (ed. Sellerio pagine 391) dell’autrice tedesca Jenny Erpenbeck nata a Berlino Est nel 1967, vincitore dell’International Booker Prize 2024,...

’Kairos’ (ed. Sellerio pagine 391) dell’autrice tedesca Jenny Erpenbeck nata a Berlino Est nel 1967, vincitore dell’International Booker Prize 2024, si presenta con ottimi presupposti. La storia d’amore (amore…) tra i due protagonisti ha come sfondo la caduta del muro di Berlino del novembre 1989, evento che provocherà enormi problemi di integrazione tra le due Germanie divise per decenni. Soprattutto gli abitanti dell’Est, assuefatti al gioco della dittatura comunista, si trovano completamente impreparati a una fusione precipitosa. "Dove prima c’era una prospettiva, adesso tutto si raggomitola in un inestricabile garbuglio di possibilità". Perdita del lavoro, dell’identità e del potere d’acquisto sono solo alcuni dei dilemmi che devono affrontare senza averne il tempo. E fino a qui ci siamo, l’argomento e l’ambientazione sono senz’altro interessanti. Ma dicevamo che la storia fa da sfondo alla relazione tra un uomo e una donna. Lui Hans, di 34 anni più vecchio, è uno scrittore mediocre sposato, un figlio di 15 anni, traditore seriale. Lei, Katharina è una splendida diciannovenne con la passione per l’arte e il teatro. Il rapporto tra i due assume in fretta i connotati di un amore tossico, dominato dalla violenza psicologica del maschio che tracima (e te pareva) in violenza sessuale sadomaso non si capisce quanto gradita dalla giovane partner innamorata e soggiogata. Fino a quando lei si stufa e cornifica l’attempato amante con un coetaneo, scatenando nello scrittore una cascata di vittimismo ancora più tossico che si traduce in una lagna mortale e in un processo in stile Stasi (siamo a Berlino Est e la famigerata polizia segreta della DDR non è del tutto estranea alla vita del bel tenebroso) tramite cassette inquisitorie da lui registrate e da lei ascoltate con rassegnazione autolesionistica. Lui, che non ha mai lasciato la moglie da cui ritorna tutte le sere, l’accusa di avere "deturpato la loro utopia", e dice che la violenza che le dedicava era una "cosa seria". Il problema è che la penosa resa dei conti occupa la maggior parte del romanzo. Quando il padre di Katharina le consiglia di spedire una buona volta l’amante da uno psicoterapeuta e mollarlo è ormai troppo tardi per lei e per noi poveri lettori.

Claudio Gavioli