PAOLO TOMASSONE
Cronaca

Ugo Cornia "Amo l’umanità delle periferie Spero che non riqualifichino anche quella"

Dialogo semiserio con lo scrittore e insegnante: "Modena? Imprigionata nei cantieri del 110. Io quando posso mi rifugio in Appennino"

Ugo Cornia "Amo l’umanità delle periferie Spero che non riqualifichino anche quella"

di Paolo Tomassone

"Il mio augurio per il 2023? Boh, spero che vada tutto normale. Come al solito. Del resto non credo che ci sia tanto da cambiare. Ah, forse una cosa ci sarebbe: non se ne può proprio più di queste impalcature che spuntano in ogni angolo della città: il bonus 110% ci sta rovinando". Ugo Cornia, insegnante e scrittore, quando può scappa in Appennino. E lì trascorrerà anche questo Capodanno, che è anche un’occasione per fare un bilancio dell’anno trascorso e riflettere su come sta cambiando la città. "Io a dir la verità faccio sempre le stesse cose, non ci faccio tanto caso". Invece Modena straripa dalle pagine dei suoi libri.

A Modena si vive bene?

"Io ho sempre abitato qui e non ci faccio molto caso. Quello che cerco lo trovo. Difficile fare paragoni con altre città. Ci sono dati di ricerche che vengono pubblicati sui giornali, ma a me queste rilevazioni sfuggono".

Suvvia, non può essere tutto perfetto.

"Sì, adesso che ci penso non capisco perché sia proibito fumare alle fermate dell’autobus in una delle città più inquinate del mondo: credo che sia un po’ ridicolo. Comunque dicono che sia una delle città più industrializzate, mi fido. Anche quell’ordinanza copiata da Cofferati a Bologna che impone di andare a letto a mezzanotte non l’ho mai sopportata: con tutte le tasse che pago... vorrei stare fuori la notte".

Intanto lei si rifugia in Appennino?

"Qui ho la casa di famiglia, ho amici e cerco di divertirmi. In città invece faccio la vita di quelli che vanno a bere birre dalle 7 alle 9 di sera. Spero che si riesca a fare in altre città, non solo a Modena. Io ci vivo bene, ma credo che vivrei bene anche a Macerata e a Catania. Sono stato sei mesi a lavorare a Roma, venticinque anni fa. È un paragone difficile da fare. Posso dire che è più semplice vivere a Modena".

Se potesse cosa migliorerebbe?

"Che domanda! Si potrebbe migliorare quasi tutto, così come si potrebbe rischiare di peggiorare ancora. Una cosa che mi dà fastidio è che vengono spostate le panchine. Ecco, non capisco la logica. Hanno tolto quella in Sant’Eufemia dove andavo con un amico a fare degrado".

Teppismo?

"Andavamo a chiacchierare con una bottiglia di birra comprata dal ’Bangla’. Sono riusciti a spostarla e quindi non andiamo più".

Guardi che Modena la stanno riqualificando anche con i contributi del Pnrr.

"Io vado sempre più spesso in periferia dove c’è l’umanità, quella più vera. Spero non riqualifichino anche quella. Vado sempre al bar Cinzia di via Nievo gestito da un cinese, ma adesso hanno rovinato tutto con il 110%: da otto mesi è attorniato da impalcature. Mi hanno chiesto se voglio farlo anche a casa mia, ma figuriamoci! Queste impalcature restano in eterno".

Modena è sempre stata una città ospitale. Presto accoglieremo alcuni profughi che sono da giorni a bordo della nave Ocean Viking.

"Ci sono tanti tipi di modenesi, quelli accoglienti e quelli no, quelli che ci fanno affari con l’immigrazione e chi no. Questa è una città che può dare da lavorare a chi non ne ha. Non capisco perché li si possa accogliere solo quando rischiano di affogare in mare o dopo un viaggio interminabile nel deserto su un cammello o attraverso la Libia. Sarebbe meno costoso e meno pericoloso farli viaggiare su un aereo. Proprio non capisco".

Ascuola incontra anche tanti figli di migranti. Suoi banchi è possibile fare integrazione?

"Ho avuto tanti studenti quando insegnavo al Corni e con loro avevo un ottimo rapporto. Molti stanno andando via dall’Italia, chi ha parenti va in Inghilterra e in Germania. Integrazione con gli stranieri? Ma se sono nati a Modena o sono arrivati qui da dieci anni perché li dobbiamo chiamare stranieri?".

Quest’anno è esploso il problema delle baby gang.

"Ne ho sentito, ma non è che segua moltissimo il dibattito. Non credo sia è successo qualcosa di gravissimo a Modena. Guardi, io avevo una vecchia prozia, del 1894, che ripeteva sempre ‘se fossi uscita da sola tutti mi avrebbero percepita come prostituta’. Non so, il mondo cambia, ma forse anche no".

Presto arriveranno nuovi photored.

"No la prego! Lavoro a 500 metri da casa, li faccio lentamente a piedi, per fortuna uso l’auto pochissimo. Non uso neanche la bici perché sulle piste ciclabili, senza accorgertene, ti sfreccia accanto una bici elettrica ai 50 all’ora... meglio a piedi".