Modena, 26 gennaio 2024 – “Tolleranza zero nel perseguire comportamenti inaccettabili per la forza armata". E’ una netta presa di distanza quella che arriva dall’Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito all’indomani della conclusione delle indagini a carico di Giampaolo Cati, l’ ufficiale accusato di azioni persecutorie, abuso di potere e violenza privata dopo la denuncia di alcuni suoi sottoposti presso il Centro ippico Militare dell’Accademia di Modena.
In una nota l’Esercito precisa che "è stato il Comandante dell’Istituto, a seguito di segnalazioni interne, ad inviare immediatamente la comunicazione di presunto reato alla Procura Militare, a seguito della quale l’Ufficiale è stato sostituito in qualità di Capo Centro Ippico. L’Esercito, ritenendo molto gravi le ipotesi di reato al vaglio delle autorità competenti, promuoverà ogni azione consentita dalla legge per tutelare l’immagine della Forza Armata".
Una posizione netta dunque di fronte al comportamento del tenente colonello 45enne che secondo l’accusa avrebbe sottoposto i militari addetti al servizio alle Scuderie dell’Accademia, sia uomini che donne, ad atti punitivi e umilianti, come per esempio lavare frequentemente i genitali dei cavalli.
Undici le persone offese, costrette a mansioni degradanti che spesso non rientravano nelle loro mansioni. Negli atti dell’indagine ci sono le testimonianze di continui apprezzamenti sessuali, ma anche minacce e umiliazioni nei confronti dei sottoposti.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Francesca Graziano sono partite a seguito di una serie di relazioni di servizio prodotte dagli stessi militari alla linea gerarchica. Intanto gli avvocati difensori dell’uomo, Guido Sola e Francesca Romana Pellegrini affermano: "Le condotte oggetto di accuse sarebbero avvenute presso il centro ippico dell’Accademia militare di Modena, in un luogo dunque posto nel centro della città e frequentato quotidianamente per ragioni istituzionali da tutti gli ufficiali superiori del tenente colonnello. Un ufficiale – proseguono i legali - che nella sua carriera ha ricevuto soltanto encomi e importanti riconoscimenti del proprio lavoro anche a beneficio della società civile". Secondo gli avvocati dell’indagato dunque è molto improbabile che nella scala gerarchica dell’Accademia nessuno in questi anni si sia accorto dei maltrattamenti e vessazioni messe in atto essendo le scuderie molto vicine alla sede dell’Accademia Militare. A prendere le distanze anche il Nuovo Sindacato Carabinieri regione Emilia Romagna che valuterà se costituirsi parte civile dando mandato ai propri legali.
"L’ipotesi accusatoria si fonda su solide basi testimoniali e documentali – dichiara l’avvocato della parte offesa, Massimiliano Strampelli –. Per l’udienza preliminare auspichiamo la costituzione di parte civile del Ministero della Difesa e dell’Esercito. Ove fossero confermati nel processo i fatti sarebbero di estrema gravità fondando una legittima richiesta risarcitoria dei miei assistiti"