CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Ucciso a 16 anni, l’addio: "Mai più altri Fallou. No alla vendetta. Diamo valore alla vita"

Folla a Bologna per i funerali del giovane che ha giocato nei Vipers. Lungo applauso dopo la sepoltura, il padre è svenuto dal dolore. Gli amici increduli: "L’abbiamo visto pochi giorni prima, era felice"

Folla a Bologna per i funerali del giovane che ha giocato nei Vipers

Folla a Bologna per i funerali del giovane che ha giocato nei Vipers

"Libertà è partecipazione". Le parole di Giorgio Gaber accompagnano la foto di Fallou Sall fuori dalla camera ardente, allestita ieri mattina in Certosa (Bologna) per l’ultimo saluto al sedicenne – atleta di football americano anche nei Vipers – ucciso con una coltellata al cuore mercoledì scorso in via Piave.

Una folla composta e silenziosa si è unita al dolore della famiglia, di papà Mao, mamma Danila, del nonno e della nonna materna Loredana. Tanti, tantissimi i giovani e non che ieri hanno partecipato ai funerali: amici, insegnanti, compagni di scuola del Belluzzi o della squadra di football americano (giocava nei Doves Bologna ma ha lasciato il segno anche nei Vipers). L’incredulità e lo sgomento sono negli occhi di tutti, di coloro che nella tragedia di via Piave hanno perso un amico, un figlio, un nipote. Dopo la camera ardente, il corteo funebre si è spostato al cimitero di Borgo Panigale, dove si sono celebrati i funerali con rito islamico. "Ragionate, meditate, riflettete – sono le parole di Yassine Lafram, presidente dell’Ucoii e della comunità islamica di Bologna, che durante la cerimonia funebre si è rivolto ai ragazzi presenti – cercate di capire il vero valore di questa vita fugace ed effimera, che ti dà e ti toglie, che se non viene vissuta con valori e principi poi ti tradisce, ti pugnala alle spalle. Quindi diamo il giusto valore a questa vita". Lafram ha poi parlato a nome dei genitori di Fallou sottolineando "la loro forza e il loro senso di responsabilità" perché "quello che sto dicendo è ciò che mi hanno trasmesso". Presenti anche molti conoscenti arrivati da fuori regione (Fano in particolare), dalla Francia e da altri Paesi, così come i rappresentanti della comunità senegalese e delle istituzioni: dal sindaco Matteo Lepore, al questore Antonio Sbordone fino alla vicesindaca di Modena, Francesca Maletti. Al termine della sepoltura un lungo applauso ha spezzato il silenzio; il primo cittadino ha lasciato una rosa bianca sulla tomba.

Papà Mao, dopo aver gettato alcune manciate di terra sulla bara del suo unico figlio, si è accasciato a terra distrutto dal dolore. Poco distante, mamma Danila ha abbracciato alcuni amici di Fallou. "A questa morte – dice il sindaco di Bologna Lepore – non ne deve seguire un’altra: non dobbiamo perdere neanche un altro ragazzo. Questa è una grande responsabilità. Invito i ragazzi qui oggi e quelli che presto torneranno a scuola a parlare di questo con gli amici o gli insegnanti: non cerchino vendetta, ma preservino la vita". Lepore al termine del rito si è poi fermato a parlare con la madre di Fallou. "Serve un momento di riflessione – così mamma Danila – soprattutto per i ragazzi. Costruiamo parchi dove i giovani possano stare all’ombra, dove possano raccontare e riflettere. Hanno bisogno di riflessione, riprendiamo i nostri rituali".

Il cimitero di Borgo Panigale piano piano si svuota, gli amici percorrono abbracciati il viale alberato che li divide da Fallou. Si guardano indietro, piangono. "Quando tornerò in classe – dice un compagno del Belluzzi – lui non ci sarà più. L’ho visto pochi giorni prima che morisse, era felice. Ci siamo abbracciati, a pensarci ancora non ci credo". Nonna Loredana è una delle ultime persone a lasciare il cimitero, tra le lacrime e poche parole: "Non so cosa dire, l’unica cosa che so è che alle 21 era con me al tavolo per cena e un’ora dopo non c’era più".