
Lorenzo Carbone uccise la madre 80enne e poi confessò in diretta tv
Confessò in diretta tv di aver ucciso l’anziana madre, affetta da demenza senile, strangolandola con il laccetto delle federe. Ieri pomeriggio l’uomo, il 51enne di Fiorano Lorenzo Carbone, è stato scarcerato e la misura è stata sostituita con gli arresti domiciliari in un luogo di cura. Il delitto era avvenuto a settembre dello scorso anno.
Il 51enne uccise la mamma 80enne Loretta Levrini spiegando poi, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, di non saper spiegare i motivi del terribile gesto, avendo sino a quel momento accudito quotidianamente la pensionata. Le indagini a carico del 51enne sono concluse ed è stato fissato il processo, davanti alla Corte d’Assise, presieduta dal giudice Mazza per il prossimo trenta aprile. Nei confronti dell’uomo – accusato di omicidio volontario – è stato emesso il decreto di giudizio immediato nei giorni scorsi. I legali dell’uomo, gli avvocati Giuseppe Rizzo e Giuliana Salinitro, da subito avevano fatto presente come il loro assistito fosse persona fragile e vulnerabile, ma mai seguita. "Accogliamo con grande soddisfazione la decisione del giudice che ha sostituito la misura cautelare in atto, concedendo a Lorenzo Carbone gli arresti domiciliari in un luogo di cura. Già la perizia depositata all’esito dell’incidente probatorio aveva dato atto della condizione di particolare vulnerabilità di Lorenzo e delle difficoltà che ha dovuto affrontare in oltre sei mesi di carcere. Siamo convinti che la conclusione dell’esperienza detentiva consentirà al nostro assistito di affrontare l’imminente processo in una condizione di maggiore serenità" sottolineano gli avvocati.
Il consulente nominato dal giudice, specialista in psichiatria, aveva sottolineato come Carbone fosse affetto da un disturbo dello spettro dell’autismo, facente parte del disturbo del neurosviluppo. Era pertanto in una "condizione di infermità di mente tale da diminuire grandemente le sue capacità di intendere e volere in relazione ai fatti per cui si procede" ed in relazione alla dinamica degli stessi – secondo il consulente –, ma la sua pericolosità sociale può essere definita "attenuata". Pertanto il perito aveva suggerito la libertà vigilata per l’uomo, con obbligo di cura in una struttura idonea dove appunto ieri è stato trasferito ai domiciliari. Per Carbone dunque il 30 aprile inizierà il processo.
Valentina Reggiani