Sassuolo, 16 maggio 2024 – Approfittandosi delle sue ‘fragilità’ lo avrebbero convinto ad effettuare prelievi continui e a consegnare loro denaro per una cifra di circa 70mila euro. I due amici, tra i 30 e i 35 anni, sono finiti a processo con l’accusa di circonvenzione di incapace. Ieri uno dei due, residente a Scandiano, nel reggiano, dopo aver rilasciato spontanee dichiarazioni in aula è stato condannato con rito abbreviato ad un anno di carcere. L’altro, invece, residente nel parmense è stato rinviato a giudizio. I fatti sono avvenuti tra il 2018 e il 2019 a Sassuolo.
Sarebbe stato il reggiano, con problemi di tossicodipendenza a conoscere per primo la vittima, un 50enne. L’imputato lo avrebbe conosciuto ad un semaforo, dove era solito fermare gli automobilisti di passaggio proprio per chiedere loro banconote, possibilmente da cinquanta euro. La vittima, affetta da un problema di natura psicologica, in quell’occasione non solo gli aveva lasciato la banconota, ma aveva rivelato al 35enne anche il proprio numero di telefono, forse convinto di riuscire in questo modo ad avere un amico con cui parlare. Infatti i due, imputato e vittima avevano iniziato a sentirsi ogni due giorni e, altrettante volte,il 35enne chiesto alla vittima denaro.
La persona offesa, a fronte delle richieste di soldi effettuata relativi prelievi in contanti da consegnare al 30enne e, successivamente, pure all’amico, subentrato nel frattempo nel raggiro. Secondo l’analisi del movimenti bancari la vittima, parte civile nel procedimento era arrivata a consegnare ai due, in un anno e mezzo circa, ben 70mila euro attraverso continui prelievi bancari.
Dopo di che l’amministratore di sostegno del 50enne, che si era reso conto degli incredibili ammanchi dai conti dell’uomo, aveva sporto denuncia. Ieri appunto il reggiano ha ammesso le proprie responsabilità spiegando che, in quel periodo,stava attraversando una situazione difficile. Ora l’uomo ha iniziato un’attività nel mondo del volontariato. Per lui la condanna è di un anno. Il complice, invece, sarà giudicato con rito ordinario con l’accusa di circonvenzione di incapace.
Valentina Reggiani