VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Truffa, minacce, lesioni: "Colpivano i più fragili". Quattro rinvii a giudizio

Sei persone nel mirino: nel 2020 una di loro era stata pestata dalla banda. Le vittime venivano raggirate e costrette a consegnare telefonini e denaro.

Truffa, minacce, lesioni: "Colpivano i più fragili". Quattro rinvii a giudizio

Truffa, minacce, lesioni: "Colpivano i più fragili". Quattro rinvii a giudizio

Modena, 4 luglio 2024 – Individuavano le potenziali vittime attraverso ‘amici di amici’, cercando tra le persone ‘fragili’. Le ‘studiavano’ per un po’ e, una volta avvicinate e carpita la loro fiducia, le obbligavano ad accendere finanziamenti per acquistare telefonini oppure ad aprire conti correnti, al fine di ottenere il rilascio di carte di credito prepagate. Ovviamente, sotto minaccia, inducevano poi le vittime a prelevare denaro e a consegnarlo nelle loro mani e a consegnare loro i cellulari acquistati, da rivendere poi sul mercato. I membri di una spietata banda sono finiti a processo con l’accusa, a vario titolo di circonvenzione di incapace, lesioni, estorsione, truffa e stalking. I quattro, infatti, sono stati rinviati ieri a giudizio nell’ambito dell’udienza preliminare che si è svolta in tribunale a Modena. A capo della banda di truffatori professionisti, secondo le indagini condotte dai carabinieri c’era un 46enne di Scandiano, nel reggiano. Era lui – secondo gli elementi emersi in sede di indagine – a procacciare le vittime. C’era poi il suo braccio destro, colui che si occupava di gestire materialmente gli affari illeciti, un 35enne residente ad Albinea, supportato dalla compagna, una 40enne di Polinago che avrebbe però avuto un ruolo marginale nella vicenda. Infine emerge una quarta figura nel gruppo: un albanese di 44 anni residente a sua volta a Scandiano. L’inchiesta è scattata a seguito di un episodio di estrema violenza, avvenuto a dicembre 2020 a Polinago. In quell’occasione, infatti, i membri della banda avevano aggredito e pestato a sangue una delle vittime (complessivamente sei, quasi tutte di Reggio Emilia). L’uomo era stato prima picchiato con un bastone e, una volta a terra, con calci e pugni in più parti del corpo. La sua ‘colpa’? Non aver consegnato il denaro agli indagati così come gli stessi avevano preteso, dopo averlo incontrato, pare, in una sala slot. La vittima aveva presentato denuncia ai carabinieri e gli accertamenti avevano messo in luce un ‘sistema’, creato dalla banda, per raggirare persone fragili. Infatti gli indagati, a gennaio 2021 sono accusati di aver estorto denaro ad un’altra vittima, sempre residente a Scandiano.

"Se non ci consegni la carta ricaricabile "Hype" richiesta online ti aspettiamo sotto casa" gli avevano promesso. Il 35enne, poi, tra febbraio e agosto 2021 si era presentato ad una giovane reggiana come titolare di un negozio di telefonia, facendole acquistare a Sassuolo diversi cellulari mediante la stipula di contratti di finanziamento a suo nome per oltre 25 mila euro. Il 35enne è finito a processo per circonvenzione di incapace: avrebbe abusato dello stato di infermità o deficienza psichica di un’altra giovane invalida al 75%. Infine gli imputati sono tutti accusati sempre del reato di circonvenzione di incapace per aver, tra aprile e luglio del 2021, abusato dello stato di infermità o deficienza psichica di un altro giovane di Castellarano, facendosi consegnare 2.200 euro. Stesso modus operandi avrebbero poi messo in atto infine nei confronti di un’altra giovane affetta da una patologia cognitiva, inducendola a stipulare contratti per finanziamenti con diverse società da destinare all’acquisto di telefoni cellulari per 14mila euro.