Trovato morto nella cantina di casa, probabilmente folgorato da una scarica elettrica mentre stava riparando una prolunga. E’ questa la triste notizia che arriva da Savignano, dove ad essere rimasto vittima di un incidente domestico, è stato Zaim Qoshja, albanese, 60 anni, che abitava in via Tavoni 111 assieme alla moglie Brunilda e alla figlia Suada. Per Zaim non c’è stato nulla da fare. Come spiega il figlio Julian, che non abita con il resto della sua famiglia di origine ma che si è recato sul posto dopo avere saputo dell’accaduto, "mio padre è stato trovato già morto dai miei parenti". La macabra scoperta è avvenuta verso mezzogiorno, dopo che Zaim non rispondeva al telefono. Sono iniziate subito le ricerche nei dintorni di casa e poco dopo il corpo è stato trovato esanime in cantina. Sul posto, come vuole la prassi, sono giunti i carabinieri, coadiuvati dai vigili del fuoco. Saranno i militari a dovere accertare la causa del decesso. L’ipotesi più accreditata, al momento, resta quella della scarica elettrica, subita mentre Zaim stava armeggiando con un cavo nel tentativo di riparare la prolunga. Ma non è escluso il malore, è stato trovato a terra dove è caduto prono. Già nelle ore seguenti alla tragedia, diversi amici e conoscenti della famiglia si sono recati sul posto per portare solidarietà. Secondo alcuni di loro, Zaim era stato visto innaffiare il proprio giardino solo un paio di ore prima.
Tutta la famiglia Qoshja è molto bene integrata in Italia. Sia Brunilda sia Suada lavorano all’hotel ristorante pizzeria La Formica, a poche decine di metri da dove abitano. Zaim invece, che era in Italia fin dal 1998, aveva lavorato in precedenza come muratore e, ultimamente, non lavorava per potersi curare da una malattia che l’aveva colpito.
Le esequie, dopo il nulla osta, saranno celebrate in Albania.
Marco Pederzoli