Travolto e ucciso in tangenziale: "Giacomo era un ragazzo d’oro, è stato altruista fino all’ultimo"

Il giovane 24enne stava aiutando un’automobilista sulla Modena-Sassuolo quando è stato investito . Il ricordo di colleghi e amici: "Maturo, solare e ironico. Era sempre disponibile a dare una mano agli altri".

Travolto e ucciso in tangenziale: "Giacomo era un ragazzo d’oro,  è stato altruista fino all’ultimo"

Travolto e ucciso in tangenziale: "Giacomo era un ragazzo d’oro, è stato altruista fino all’ultimo"

"Giacomo era un ragazzo d’oro. Sempre pronto a dare una mano agli altri: questo suo animo altruista lo ha dimostrato fino all’ultimo. Fino alla fine".

Sono tanti, tantissimi i messaggi di affetto e dolore che di voce in voce si susseguono, per ricordare "il meraviglioso ragazzo" che era Giacomo Olivieri, il ventiquattrenne travolto e ucciso sulla Modena-Sassuolo la notte tra sabato e domenica. Poco dopo le due, il giovane formiginese stava facendo rientro a casa, nella ’sua’ Casinalbo, dopo aver trascorso la serata a un matrimonio di amici: lungo la strada, Giacomo si sarebbe fermato per aiutare un’automobilista che, soltanto poco prima, aveva investito un istrice, finendo così fuori strada. Un "soccorso" finito però in tragedia: secondo le prime ricostruzioni della polizia stradale, il giovane si stava adoperando per liberare la strada dai detriti, quando – dopo una prima auto che è riuscita a schivarlo – una seconda vettura lo ha invece travolto e ucciso.

"Lavorava qui da noi da un paio di anni – riavvolge il nastro Alessandro Balasso, responsabile della filiale di Bofrost a Reggio-Emilia –. Era un ragazzo gentile, disponibile, molto attento al suo lavoro, ben organizzato e sempre presente. Ma soprattutto era un ragazzo altruista, come ha dimostrato fino all’ultimo suo momento, fermandosi a dare aiuto a un’automobilista in difficoltà".

Una tragedia che ha scosso l’intera comunità: "Giacomo era un ragazzo maturo, sveglio. Un ragazzo che nonostante la sua giovane età sapeva perfettamente quello che voleva: sempre scherzoso, autoironico – continua Balasso – e un grande appassionato di basket, che lui amava chiamare ’pallacesto’. Faceva il venditore a domicilio e la sua capacità di creare relazioni con le persone era innata: tantissimi suoi clienti ci hanno chiamati poco dopo la tragica notizia. Tutti i colleghi sono in lacrime". "Non conoscevo personalmente questo ragazzo, ma quello che so di lui è che lo descrivono come una persona di grande cuore – spiega il sindaco di Formigine, Maria Costi – davanti a tragedie simili, davanti a una giovane vita spezzata c’è solo dolore. Faccio le mie più sentite condoglianze alla famiglia".

Anche il vicepremier Matteo Salvini ha postato la notizia dell’incidente sulle sue pagine social:

"Che tragedia – il messaggio – non si può morire così. Una preghiera per Giacomo".

A ricordare "il nobile animo" del giovane è anche la preside della scuola che, da adolescente, il ragazzo aveva frequentato: "Il suo è stato un gesto nobile. Un insegnamento per tutti noi". Con queste parole, infatti, Mariagrazia Braglia, dirigente scolastica dell’istituto Zanelli di Reggio Emilia, vuole sottolineare il grande atto di generosità che ha spinto Olivieri a fermarsi per prestare soccorso vedendo una persona in difficoltà. Lo piangono i professori dell’istituto, che lui aveva frequentato fino al terzo anno (il 2017). E per ricordarlo solennemente, nell’ultimo giorno di scuola preside e insegnanti, insieme con gli studenti, si fermeranno in omaggio alla sua memoria: il momento di lutto e di ricordo dedicato a Giacomo Olivieri sarà in occasione della cerimonia di premiazione agli studenti che si sono distinti.

"Un cuore d’oro, aveva un cuore d’oro Giacomo, e lo ha dimostrato fino all’ultimo istante della sua vita, con il suo gesto nobile e puro di fermarsi ad aiutare chi era in un momento di fragilità – ha la voce rotta dalla commozione Barbaro Marrero Fernandez, nel parlare dell’amico Giacomo Oliveri –. L’ho visto l’ultima volta neanche un mese fa, in gelateria a Casinalbo. Abbiamo ricordato i ‘vecchi tempi’, quando ci siamo conosciuti. Era circa il 2007, io ho otto anni più di lui, e con i miei amici giocavamo a basket nel campetto di Casinalbo. Lui con i suoi amichetti venivano sempre a vederci, stavano a bordo campo e ci guardavano, noi per loro eravamo quelli ‘grandi’". "Mi ricordo che Giacomo ci faceva mille domande per migliorarsi nel gioco – prosegue il 33enne – era sempre molto sorridente e solare, scherzoso. Neanche un mese fa eravamo insieme a mangiare il gelato e mi parlava del suo lavoro, era contento…".

Maria Silvia Cabri

Giorgia De Cupertinis