
Sergio Duretti è il nuovo responsabile della Transizione digitale e governo dei dati pubblici del Comune di Modena
Ultimamente si dice che Bologna si stia portando via tanti pezzi di Modena, in questo caso è Bologna attraverso Lepida che investe su Modena per dar vita insieme a ’una città-laboratorio di innovazione’. Sessantatre anni, torinese d’origine ma cittadino di Modena dal 2002 (dopo aver lavorato a Modena negli anni ‘90 alla rete civica Monet poi diventata sito ufficiale), Sergio Duretti è il nuovo responsabile della Transizione digitale e governo dei dati pubblici del Comune di Modena. "Ma questa definizione, pur prevista dalla normativa, non rende appieno…".
Perché Duretti?
"In molti preferiamo parlare di ‘Trasformazione digitale’: non si tratta di un mero trasferimento di stato dall’analogico al digitale, ma del fatto che il digitale dà l’opportunità di cambiare il modo di essere della pubblica amministrazione perché sia sempre più al servizio dei dipendenti e dei cittadini".
A proposito, c’è chi dice che la sua figura finirà con l’assorbire il settore Smart city.
"Assolutamente no. Con Luca Salvatore, l’attuale dirigente del Settore, e i suoi collaboratori stiamo lavorando insieme da tempo per proporre al nuovo direttore generale un progetto che possa integrarsi appieno nel piano di riorganizzazione del Comune. La mia funzione, come prevede la normativa, è complementare non sostitutiva delle singole funzioni dei settori. Anche perché la prospettiva, come hanno detto il sindaco e lo stesso direttore generale, è di mettere a punto strumenti che possano potenziare la collaborazione tra le aree: non più silos indipendenti, ma ambiti che comunicano e lavorano a stretto contatto tra loro ogni giorno".
Lei non sarà retribuito perché lavorerà per conto di Lepida per il Comune.
"Lepida e il Comune di Modena hanno individuato un percorso e un obiettivo comune: fare di Modena un laboratorio di innovazione. Contrariamente a quanto avviene di solito, l’ingaggio è avvenuto con la società e non con il singolo professionista. Io sono stato nominato da Lepida non dal Comune e altri miei colleghi stanno già lavorando con il Comune".
Certo però che il fatto che lei abbia seguito la campagna elettorale del sindaco Massimo Mezzetti, curandone il programma, ha inciso nella scelta.
"Non mi nascondo dietro un dito, con Mezzetti ci conosciamo da 40 anni. È chiaro che le relazioni, la fiducia, il rapporto personale contano. Il sindaco ha visto una grande opportunità nella possibilità di poter lavorare attraverso di me con una società importante come Lepida, con la quale aveva già collaborato ai tempi del suo assessorato in Regione, che ha 450 soci, quasi 700 dipendenti, ricavi per oltre 85 milioni di euro, 12.600 mila punti wifi attivi, 2.500 scuole collegate a banda ultralarga, 156mila chilometri di infrastruttura in fibra ottica, 4 data-center di cui uno a Modena. Ma non guardiamo il dito, concentriamoci sulla luna dei benefici che questa collaborazione assicurerà alla città".
Ma Lepida cosa ci guadagna?
"Non chiede né soldi, né remunerazione, ma la possibilità di fare di Modena un laboratorio di innovazione per una nuova idea di Pubblica amministrazione. Se funziona a Modena potrà funzionare altrove".
In cosa consisterà questa trasformazione digitale in concreto?
"Stiamo mettendo a punto il piano, ma posso anticipare tre direttrici: la prima è l’innovazione all’interno del Comune con strumenti che consentano di massimizzare una nuova idea di collaborazione all’insegna di una forte lavoro di squadra e condivisione di informazioni; la seconda, il miglioramento del rapporto con i cittadini in termini di semplificazione dell’accesso ai servizi e alle informazioni anche attraverso un impiego dell’intelligenza artificiale secondo le linee guida europee e nazionali".
Il terzo?
"Un focus sul governo dei dati pubblici in un’ottica di trasparenza: l’open-data esistente va già in questa direzione, ma il nostro obiettivo è mettere insieme i singoli pezzi, far dialogare tra loro i diversi ’silos di dati’ fornendo un quadro d’insieme e una lettura delle trasformazioni in atto della città".