Traffico, strade paralizzate: "Servono interventi strutturali. Sono troppe le zone off limits"

Cna: "Bisogna cambiare l’approccio complessivo a quella che è una vera e propria criticità. Il costo economico e il ’danno’ sociale sono difficilmente calcolabili ma sono molto alti".

Traffico, strade paralizzate: "Servono interventi strutturali. Sono troppe le zone off limits"

Cna: "Bisogna cambiare l’approccio complessivo a quella che è una vera e propria criticità. Il costo economico e il ’danno’ sociale sono difficilmente calcolabili ma sono molto alti".

"Ormai non si contano più, sui media modenesi, le notizie sui disagi creati dal traffico, ultime le chilometriche code sulla Vignolese a Spilamberto, dove nelle ore di punta si viaggia alla stupefacente media di 9 chilometri all’ora. Ma le criticità sono molte altre: sulla Nonantola in direzione Modena al mattino e in senso contrario nel dopo lavoro; sulla Nuova Estense, in corrispondenza del cavalcavia sull’autostrada; ancora, il problema annoso del collegamento con Carpi e più complessivamente con l’intera Area Nord". Lo sottolinea, con una nota, Cna di Modena facendosi interprete del disappunto non solo di molti imprenditori ma della maggioranza dei cittadini. Affrontare le strade cittadine e provinciali è ormai diventata una vera sfida, una prova di sopravvivenza e costringe tutti a partire con anticipi anche di ore per essere sicuri di arrivare a destinazione puntuali. E questo non è degno di un paese civile.

"Si tratta di criticità – continua Cna – che hanno un costo economico e sociale difficilmente calcolabile, criticità che non crediamo che possano avere una soluzione con il completamento della complanarina e la realizzazione del nuovo ponte dell’Uccellino. Occorre, piuttosto, un cambiamento complessivo che contempli interventi strutturali, ma anche un cambio di mentalità a 360 gradi".

"Se si parla di infrastrutture, il pensiero corre immediatamente a progetti di cui si parla da tempo e per i quali, probabilmente, è stata persa un’occasione in ambito Pnrr – dice Cna – Il riferimento va al collegamento con Carpi con la metropolitana di superficie, per fare un solo esempio. Ma ci sono tanti altri fattori che entrano in campo rispetto alla questione mobilità. Ad esempio, lo smart working: se tutti coloro la cui attività lo permette, potessero lavorare con questa modalità due giorni la settimana, si stima una riduzione del 40% del traffico originato dai lavoratori pendolari. Un altro effetto positivo potrebbe arrivare se la formazione delle imprese, laddove possibile, avvenisse a distanza. Anche la semplificazione burocratica potrebbe ridurre gli spostamenti: molti enti, malgrado Spid, Pec e Cie, chiedono ancora la consegna brevi manu di documenti cartacei.

Infine, la questione trasporto pubblico: occorre investire veramente sul servizio pubblico, anche ricorrendo in modo massiccio alle imprese locale e, per ultimo, arrendersi alla necessità di cantieri notturni per dar corso ai cantieri stradali.

Occorre, quindi, un cambiamento complessivo dell’approccio al problema traffico con la creazione di un vero e proprio tavolo per la mobilità, con la partecipazione di istituzioni e parti sociali, che analizzi queste criticità in modo organico elaborando proposte ed azioni. E che queste azioni trovino concretezza nel tempo.