REDAZIONE MODENA

Timori, controlli e rassicurazioni. Ecco cosa c’è nelle carte dell’accusa

La Procura incarica il consulente Simoncini per indagare sull'incidente durante un rally. Emergono mancanze nella sicurezza del pubblico e responsabilità degli organizzatori. Testimonianze e documenti evidenziano criticità nell'organizzazione dell'evento.

La Procura incarica il consulente Simoncini per indagare sull'incidente durante un rally. Emergono mancanze nella sicurezza del pubblico e responsabilità degli organizzatori. Testimonianze e documenti evidenziano criticità nell'organizzazione dell'evento.

La Procura incarica il consulente Simoncini per indagare sull'incidente durante un rally. Emergono mancanze nella sicurezza del pubblico e responsabilità degli organizzatori. Testimonianze e documenti evidenziano criticità nell'organizzazione dell'evento.

La Procura incaricò nel novembre 2021 il consulente Silvano Simoncini affinché ricostruisse la dinamica dell’incidente e rilevasse l’eventuale pericolosità dell’area. Nel suo elaborato, l’esperto riassume le dichiarazioni rese dal supervisore, uno degli indagati, figura terza rispetto agli organizzatori.

Lui riferì che nell’ordinanza della Prefettura non era prevista l’assenza di pubblico e neppure pubblico pagante, e che non ebbe disposizioni. Specificò che le aree delimitate con nastro colorato, di competenza del supervisore, erano solo quelle che impediscono l’accesso nel percorso delle prove speciali. A detta del consulente Simoncini, "i nastri sono del tutto inutili per quanto riguarda la presenza a bordo della carreggiata da parte del pubblico". Il supervisore disse poi che la sicurezza del pubblico non è una mansione a lui attribuita: lui si occupa solo di quella degli equipaggi. E che è il Dap (Delegato all’allestimento del percorso), invece, a offrire consulenza agli organizzatori nell’individuare le zone pericolose. Si ripercorre poi l’ordinanza dell’11 agosto 2021 con cui la Provincia autorizzò il rally: si dice che "è a carico degli organizzatori" l’adozione di ogni misura idonea a garantire l’incolumità e la sicurezza dei partecipanti e del pubblico...". Si riporta anche il botta e risposta tra un ingegnere e l’organizzatore in vista della gara: il primo chiede se fossero previste zone riservate al pubblico, il secondo risponde di no e aggiunge che i tratti di strada interessati dalla competizione "saranno interdetti tramite fettucciamento con distanza minima dal percorso di almeno 30 metri". Parole che il consulente della Procura commenta così: "L’organizzatore era a conoscenza di quest’esigenza, per cui avrebbe dovuto attivarsi per realizzarla". Sulla manifestazione sportiva si svolsero riunioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza: il viceprefetto manifestò preoccupazione. Pure il questore ribadì che non ci dovevano essere spettatori. L’organizzatore spiegò che "il regolamento prevede una distanza di sicurezza con indicazione di zona pericolosa. Comunque in caso di pericolo la gara sarà interrotta". Si riportano poi diverse testimonianze, tra cui quella di un uomo che era sulla collinetta della tragedia: riferì che nessuno dello staff disse loro di spostarsi nonostante fossero una ventina di persone ben visibili. al.cod.