
Tempo di musica contemporanea. Quando è la voce che plasma i tre elementi primordiali
Navigando su un sito internet dedicato alla storia della musica, qualche giorno fa ci siamo accorti che la timeline, la linea del tempo dei compositori... si fermava al primo ‘900. C’erano Vivaldi, Bach, poi Mozart, Chopin, Beethoven, Verdi, Puccini, Saint-Saëns e Debussy, e per ultimo Rachmaninov. Oltre non si andava. Ma la musica non è finita all’alba del secolo breve e – al di là del pop o del rock – esiste tutta una contemporaneità di composizioni da scoprire e (ri)valutare. "A volte tuttavia c’è un problema di ‘narrazione’ della musica contemporanea, che deve saper tendere la mano al pubblico, e fare scoprire i motivi che la sottendono", sottolinea il maestro Carlo Emilio Tortarolo, tra i fondatori dell’Ensemble Forma Libera, nato in seno a Tempo di musica, l’associazione che (con il sostegno della Fondazione di Modena) oggi lancia il nuovo festival "Modena Contemporanea", uno sguardo a musiche di oggi (o soltanto dell’altro ieri) che riescono a parlare, pur usando a volte linguaggi differenti o insoliti.
Da giovedì 9 a domenica 26 maggio, sei concerti in diversi luoghi della città con un filo conduttore, la Voce, anzi "Vox". "La voce è l’elemento primordiale della musica e anche nell’ultimo secolo ha rappresentato sempre una sfida per i compositori", aggiunge Tortarolo. Il programma (che in alcuni concerti intreccia il Modena Belcanto Festival) esplora le declinazioni della voce umana – simbolicamente paragonata al fuoco – e le ‘voci’ degli altri elementi della natura, terra, aria e acqua. C’è la capacità della voce sola di plasmare il linguaggio, come dimostrerà il soprano Giulia Zaniboni (fra le interpreti italiane più rinomate del repertorio contemporaneo) nel concerto inaugurale di giovedì 9 al ridotto del teatro Comunale, e la contemporaneità d’autore de "La voix humaine" di Francis Poulenc, celebre dramma d’amore ‘a distanza’, tutto affidato alla voce, al canto e alla recitazione dell’unica protagonista in scena: lo vedremo sabato 11 al teatro San Carlo, con il mezzosoprano Caterina Dallaere, accompagnata dal maestro Tortarolo. E c’è la voce che si ‘contamina’ fertilmente con l’elettronica in "Slate petals", l’evento (con Ljuba Bergamelli e Zeno Baldi) che il 26 concluderà il festival, sempre al San Carlo.
Nel cuore della rassegna, tre concerti per tre elementi. Venerdì 17 maggio alla chiesa del Voto la "Voce del mare" con l’Ensemble Farandole che eseguirà anche il corposo "Vox Balenae" del compositore George Crumb, evocativo dei suoni e dei richiami delle balene in mare aperto. Poi sabato 18 al Planetario di viale Barozzi, la "Voce delle stelle" con gli Studi Boreali e gli Studi australi di Ivan Fedele, di rarissimo ascolto, proposti dal pianista Ciro Longobardi, nell’abbraccio... delle costellazioni proiettate nella volta della cupola. E venerdì 24 maggio alla sala del Leccio, presso il Complesso San Paolo, la "Voce della terra" con l’Ensemble Forma Libera che eseguirà anche "Earth ears", quasi un rituale sonoro e rivoluzionario della compositrice Paulina Oliveros, oltre a un nuovo brano di Daniele Bisi commissionato dal festival. "Modena Contemporanea" (o semplicemente "MoCo") uscirà dagli spazi consueti e cercherà di coinvolgere la città: fra le attività collaterali, due trekking urbani in musica, l’incontro della musicologa Valentina Anzani con gli studenti del liceo musicale Sigonio, e un’iniziativa di inclusività rivolta ai non vedenti.