
La preoccupazione del presidente Biondi: "Le fasce di prezzo medie sono le più esposte".
I dazi di Trump spaventano le imprese agricole. A lanciare l’allarme è Coldiretti, secondo cui l’introduzione di un’imposta del 20% su tutti i prodotti agroalimentari Made in Italy, che comporterebbe un costo di 1,6 miliardi di euro per i consumatori americani, rappresenta una minaccia concreta per molte imprese italiane e modenesi.
"Nel 2024 – dichiara Luca Borsari, presidente Coldiretti Modena – il mercato statunitense ha registrato una crescita del 17% rispetto al 2023, con un valore complessivo di 7,8 miliardi di vendite. Oggi, rimettere in discussione questi ottimi risultati comporta rischi enormi". Secondo il presidente è difficile supporre che il mercato americano sia in grado di sostenere una differenza di costi così considerevole. "Se ci fosse un rallentamento della domanda del mercato statunitense – prosegue Borsari – ci troveremmo di fronte a un problema serio di pianificazione delle produzioni agroalimentari, e nell’ipotesi peggiore rischieremmo un eccesso di offerta sui mercati residuali. Aprire nuovi mercati non è una soluzione né semplice, né automatica: per far arrivare un prodotto sugli scaffali, infatti, serve un lungo lavoro di promozione e posizionamento".
Per Coldiretti, il rischio concreto è che negli Usa alcune eccellenze modenesi vengano sostituite da surrogati esteri più economici. "I prodotti ‘premium’ – spiega Borsari – probabilmente risentiranno meno dell’impatto. Al contrario, quelli che competono sul rapporto qualità-prezzo sono molto più esposti. Tra i più a rischio, ad esempio, c’è il Lambrusco. Lo stesso rischio riguarda l’Aceto Balsamico di Modena IGP, mentre l’Aceto Balsamico Tradizionale, probabilmente, soffrirà meno". Venendo alla frutticoltura, il prodotto più a rischio è la pera. "In questo caso – aggiunge Borsari – i dazi aggraverebbero una crisi profonda, già segnata da problemi climatici, logistici e calamitosi. Negli anni, la produzione delle pere è calata e molti agricoltori hanno abbandonato le coltivazioni. Un ulteriore colpo rischierebbe di mettere definitivamente in ginocchio il comparto".
La soluzione, secondo Borsari, deve essere di natura diplomatica. "Chiediamo – dice – che la Commissione Europea intervenga per semplificare le norme, sostenere l’agricoltura con investimenti e aiutare i produttori ad affrontare le sfide climatiche e tecnologiche. Auspichiamo che questa crisi diventi l’occasione per rilanciare l’agricoltura europea a 360 gradi con progetti strategici di lungo periodo".
Jacopo Gozzi