di Stefano Marchetti
"Io sono profondamente convinto che Salvador Dalì sia stato il genio del XX secolo, come Leonardo Da Vinci lo è stato del XV", spiega il professor Nicolas Descharnes, fra i massimi esperti della vita e dell’opera del celebre artista catalano. Dalì il surrealista ‘paranoico - critico’, Dalì ossessionato dal rinoceronte (nel corno del mastodontico animale – diceva – è racchiusa la spirale logaritmica, la forma più perfetta in natura), Dalì che nei suoi ‘Orologi molli’ traduceva in chiave artistica il concetto del tempo. Ci porta davvero "Nella mente del Maestro" la mostra che Dalì Universe, la collezione creata dal gallerista Beniamino Levi, presenterà da domani al 6 gennaio 2025 nella nuova ala del Palazzo dei Musei (ingresso in via Vittorio Veneto), con il patrocinio del Comune di Modena. "Psiche" è il tema del FestivalFilosofia, "e non c’è artista migliore per simboleggiare il legame fra la rivoluzione psicanalitica e il metodo surrealista", osserva il sindaco Massimo Mezzetti. "Davvero questo sarà come un viaggio documentario nel pensiero e nell’estro di Dalì – aggiunge Daniele Francesconi, direttore del festival –. Già dalla fine dell’Ottocento la psicanalisi ha fertilizzato tanti momenti artistici, e a sua volta ne è stata fertilizzata".
In questo 1924 ci celebrano i 100 anni del Surrealismo, e 120 anni dalla nascita di Dalì. "In questo percorso – sottolinea Tommaso Neri, responsabile della mostra – abbiamo disseminato tanti simboli che si trovano nelle opere di Dalì, toccando anche gli aspetti poliedrici del suo lavoro". Il visitatore è accolto da alcune grandi sculture di bronzo, come "La lumaca e l’angelo" del 1977, in cui Dalì univa il fascino di quel guscio con una geometria naturale, quasi divina (e la dualità di una esterno duro e un interno morbido), al misticismo di un essere superiore alato, o la "Venere spaziale" che racchiude in sé tanti elementi della visione daliniana, la scomposizione del corpo, le formiche, un uovo e un orologio molle nel cui quadrante mancano due numeri, l’11 e il 5, come l’11 maggio, giorno di nascita dell’artista. Altre due grandi statue di Dalì saranno posizionate in largo San Giorgio e largo di Porta Bologna.
Troviamo poi incisioni e litografie, manifesti che sono come altrettanti ‘manifesti’ della poetica di Dalì. Ci sono le affiches realizzate per le Ferrovie francesi e anche... il logo di Chupa Chups che (forse non tutti lo sanno) fu creato proprio dall’artista spagnolo. "Tutte le opere di Dalì sono intrise di significati profondi e di un pensiero complesso che nasce dal suo costante interesse per la ‘conoscenza’, letteratura, fisica, matematica, religione, filosofia, alchimia, fino al più profondo e sentito amore verso la psicologia e le teorie di Freud", ricorda Beniamino Levi, curatore e presidente di Dalì Universe. Da venerdì a domenica, in occasione del festival, la mostra sarà a ingresso gratuito, poi prevederà un biglietto d’ingresso, con varie riduzioni e gratuità per ragazzi e anziani.