Modena, 1 febbraio 2024 – “Quella scuola che per anni mi ha insegnato e trasmesso valori importanti è la stessa che oggi mi sanziona in modo così grave per averli seguiti e messi in pratica. Questo è ciò che fa più male. Ho ricevuto molta solidarietà dai compagni, dagli insegnanti e i miei genitori sono dalla mia parte: mi supportano, mi aiutano e mi danno la forza di portare avanti la verità". Lo scandisce a pieni polmoni lo studente dell’Ites Jacopo Barozzi di Modena, Damiano Cassanelli, rappresentante d’istituto che rischia una sospensione di dodici giorni da scuola dopo che, nel corso di uno sciopero che si stava svolgendo senza l’autorizzazione della dirigente scolastica, ha rilasciato un’intervista ad un giornale locale per farsi portavoce di criticità relative alla vita scolastica.
Ora Damiano è in attesa della notifica del provvedimento e, attraverso il proprio legale, l’avvocato Stefano Cavazzuti ha inviato una memoria difensiva ai componenti del consiglio di istituto. Nella stessa l’avvocato fa presente come il 18enne abbia agito in qualità di rappresentante degli studenti e, quindi, nello svolgimento di una funzione politica che legittima il diritto alla libertà di espressione e di critica.
Damiano, di cosa sei stato ‘accusato’?
"Hanno discusso del mio provvedimento disciplinare durante il consiglio d’istituto del 25 gennaio: secondo la dirigenza avrei messo in cattiva luce la scuola, offendendone la reputazione. Il consiglio si è concluso a mezzanotte: io ho parlato per quaranta minuti spiegando le mie ragioni insieme al mio avvocato e alla mia famiglia. Il voto finale ha portato alla richiesta di sospensione per 12 giorni, ma il provvedimento deve ancora essere stato notificato. E’ stato colpito il mio diritto di manifestare ed esprimere l’opinione di noi studenti, essendone io rappresentante".
Cosa ha portato a tutto questo?
"Durante lo sciopero del 28 novembre mi hanno intervistato e ho parlato di alcuni problemi della scuola, facendo presente come la stessa non organizzasse da anni gite all’estero e ci avesse impedito di portare l’ultimo giorno di scuola (negli ultimi due anni) zaini, borse ma anche cibarie. Nell’ultimo giorno di scuola 2023 c’erano stati controlli accurati di borse e zaini di alcuni ragazzi: gli studenti hanno firmato dichiarazioni scritte contro quelle ‘perquisizioni’. Proprio per segnalare queste situazioni il giorno dello sciopero ho riportato i fatti così come mi erano stati segnalati dagli altri studenti, avendo il ruolo di portavoce".
A seguito dello sciopero eri stato quindi ripreso dalla dirigenza?
"Ad oggi ho preso due note, una dalla dirigente e l’altra dalla vice, e ho rischiato di essere sospeso due volte, ma il consiglio di classe si era opposto. La prima arrivava dalla vice poiché avevo mostrato agli studenti, tramite whatsapp, una sua risposta a domande di carattere scolastico, inerenti la scuola. Quindi rientrava nei compiti istituzionali essendo una mail. L’altra mi era stata notificata dalla preside proprio per le dichiarazioni rese alla stampa e inerenti le ‘perquisizioni’. Essendosi dichiarato contrario alla sospensione il consiglio di classe, il caso è stato portato dinanzi al consiglio di istituto".
Come ti ha fatto sentire questa situazione?
"Sono molto deluso: mi sono fatto portavoce degli studenti e andrò avanti per dimostrare la mia innocenza. Il fatto che la scuola che frequento mi abbia insegnato dall’età di sei anni ad essere sincero, onesto e di dire la verità mi ha portato a continuare a farlo anche quel 28 novembre, eppure la stessa scuola mi ha sanzionato ma, dall’altra parte, oltre seicento studenti hanno manifestato per mostrarmi la loro solidarietà, facendomi capire che non sono solo. Sono preoccupato per l’ammissione alla maturità ma so che quella che porto avanti è una battaglia per i diritti di tutti".